Gricignano – Una vicenda di “doppio binario” giudiziario “slegato” davvero particolare per l’imprenditore Stefano Di Ronza, al quale, dopo un incubo durato cinque anni e mezzo, è stata restituita l’onorabilità. Lo scorso 19 settembre, infatti, il 57enne imprenditore di Gricignano è stato assolto da tutte le accuse, “per non aver commesso il fatto”, in ordine al procedimento penale nato da un’inchiesta sugli affari della fazione di Gricignano del clan dei casalesi in Versilia, dove lo stesso Di Ronza è residente da anni.
La sentenza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha stabilito la piena assoluzione per l’imputato, tra l’altro già chiesta in fase di requisitoria dallo stesso pm Catello Maresca, alla luce dell’assenza, evidenziata sin dall’inizio della vicenda dagli avvocati della difesa, Francesco Persiani, Matteo De Luca e Massimo Krogh, di riscontri processuali relativi alle accuse.
Eppure, è dei giorni scorsi una sentenza della Corte di Cassazione che ha “confermato la sorveglianza speciale” a Di Ronza. Una misura alla quale, ovviamente, l’imprenditore non verrà mai sottoposto perché, oltre che già espiata, resa nulla dall’assoluzione. In pratica, è accaduto che i due procedimenti hanno viaggiato separatamente: da un lato, il tribunale penale seguiva l’iter giudiziario che ha portato all’assoluzione di Di Ronza; dall’altro, la Suprema Corte che, dopo aver respinto il ricorso dell’imprenditore, presentato circa due anni fa, il 5 luglio 2017, confermava la sorveglianza speciale a Di Ronza per una presunta ipotesi di “pericolosità sociale” che oggi, in virtù della sentenza di assoluzione, è completamente svanita. Tant’è vero che la richiesta di assoluzione è stata avanzata in udienza dallo stesso pm dell’accusa e verso la quale non è mai stato presentato ricorso. Tra l’altro, quella misura di sorveglianza speciale era già stata espiata totalmente dall’imprenditore fino al 3 agosto 2017.
Tuttavia, aldilà delle domande che in una situazione simile possono emergere, in particolare su come sia possibile che il binario della prevenzione viaggi “per fatti propri” invece di essere collegato a quello di un processo che individua le eventuali responsabilità di un imputato, resta il fatto che Di Ronza è un uomo assolto da ogni accusa per quella vicenda e, quindi, agli occhi della giustizia completamente libero.