Migranti, nave Ong ferma davanti Lampedusa. Salvini: “Non metteranno piede in Italia”

di Redazione

Si trova ancorata ad un miglio e mezzo da Lampedusa la nave “Mare Jonio”, battente bandiera italiana, del progetto “Mediterranea”, che lunedì ha soccorso 49 migranti, tra cui 12 minori, davanti alle coste libiche. L’imbarcazione, che non ha l’autorizzazione allo sbarco, è circondata da tre motovedette. “Mediterranea” aveva chiesto alle autorità italiane un “porto sicuro”, prima di fare rotta verso Lampedusa. Ma, come annuncia Salvini: “Non metteranno piede in Italia”.

Secondo quanto riferito da un giornalista di Repubblica, che si trova a bordo della nave, la Guardia di finanza avrebbe vietato via radio l’ingresso nelle acque territoriali, anche sulla base di una direttiva del Viminale. Per il ministro Salvini, infatti, “i porti erano e rimangono chiusi”. Il comandante della Mare Jonio avrebbe quindi trasgredito a quest’ordine impartito dalla guardia di finanza. La guardia costiera successivamente avrebbe autorizzato un punto di fonda a circa un miglio e mezzo dalla costa.

A bordo della nave, sempre secondo la testimonianza del cronista, vi sarebbe un clima di grande tensione. I naufraghi, soccorsi su un gommone alla deriva, sarebbero spossati dalla traversata con mare Forza 7; uno di loro sarebbe anche in precarie condizioni di salute. La Guardia di finanza si trova a bordo della nave. I militari sono saliti quando l’imbarcazione si è fermata alla fonda a mezzo miglio da Lampedusa e stanno svolgendo, secondo quanto riferiscono i volontari della Ong, un’ispezione relativa alla documentazione di bordo.

La Procura di Agrigento sta vagliando le comunicazioni, fatte via radio, fra il comandante della nave Ong e la guardia di finanza che ha intimato l’alt chiedendo di non avvicinarsi al porto di Lampedusa. Al momento non è stato aperto alcun fascicolo di inchiesta.

“La nave Mare Jonio è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati”, ha dichiarato il sindaco di Lampedusa, Totò Martello. “Mi chiedo però – ha aggiunto il sindaco – perché il 6 e 7 marzo scorsi sono entrate in porto due barche senza bandiera, non italiane, e i migranti sono stati prelevati e accompagnati dai carabinieri nel centro di accoglienza”. “Chi non rispetta le regole e arriva come vuole – ha concluso – viene fatto entrare, chi rispetta le regole viene bloccato. A Lampedusa gli sbarchi non sono mai finiti. Arrivano nel silenzio. Piccole barche con motori fuori bordo con una ventina di persone alla volta. Ma Lampedusa non viene mai nominata…”.

Il Viminale “non indica nessun porto” di sbarco per la nave, “non sbarcheranno in Italia”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini a SkyNews24. “Io dico di no: se qualcun altro fa altre scelte lo vedremo, ma siccome la responsabilità è mia, curando, soccorrendo, dando da bere e da mangiare, perché ogni vita è sacra, però gli italiani per fessi non ci passano: questo è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Per Salvini, “si tutela la buona salute di tutti, ma uno sbarco sarebbe un precedente pericoloso: rischieremmo di alimentare il business che per gli scafisti rendeva più del traffico di droga”. Secondo Salvini, “chi favoreggia l’immigrazione clandestina ha sulla coscienza il rischio di ritrasformare il Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto”.

“Il governo è già al lavoro in queste ore. Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, perché i salvataggi e le vite umane sono la nostra priorità. Questa Ong da quello che sembra, ancora una volta, non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana e questo può essere un modo per far rispettare meglio le regole”. Così il vicepremier Luigi Di Maio a “Radio anch’io”.

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