Teverola, punta il compressore nell’ano del collega e gli provoca danni all’intestino

di Nicola Rosselli

Doveva essere uno scherzo. Un operaio è stato gravemente ferito da un collega che, armato di compressore, lo ha seviziato procurandogli seri danni all’intestino. Per l’autore dello scherzo si sono aperte le porte del carcere di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di violenza privata aggravata e lesioni gravi. Protagonisti dell’episodio che, come dicevamo, si potrebbe definire uno “scherzo”, sebbene di cattivo gusto, tra l’erotico e il goliardico, un immigrato pakistano di 27 anni, la vittima, e un collega di 28 anni di origini marocchine.

I due, entrambi in regola sia con il permesso di soggiorno che per il rapporto di lavoro, sono occupati in un calzaturificio ubicato nell’area industriale di Aversa Nord, nel territorio del Comune di Teverola, del quale è titolare un 57enne di Aversa, assolutamente estraneo a quanto avvenuto. Secondo quanto ricostruito dagli agenti del commissariato di Aversa, il marocchino, addetto alle pulizie, mentre stava utilizzando un compressore, per fare uno scherzo al collega e amico, lo avrebbe indirizzato nell’ano dell’uomo da sopra i vestiti, provocandogli comunque gravi lesioni all’intestino. Il fatto è avvenuto il 21 marzo scorso.

La vittima si è recata presso il pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa lamentando forti dolori di pancia, ma senza dire cosa fosse avvenuto. Dopo avergli somministrato degli antidolorifici, l’uomo è stato rimandato a casa. In ospedale, però, il pakistano ha fatto ritorno due giorni dopo, quando, ad esami più approfonditi, i sanitari hanno riscontrato lacerazioni multiple all’intestino, sottoponendolo ad un lungo e delicato intervento chirurgico. Il sanitario che lo aveva in cura gli ha chiesto di rivelargli come se si fosse procurato quelle lacerazioni, intuendo, per esperienza, quanto potesse essere effettivamente avvenuto. Solo allora la vittima ha deciso di confidarsi con il medico raccontandogli quanto era effettivamente avvenuto qualche giorno prima in fabbrica. Il dottore ha immediatamente avvisato i poliziotti del locale commissariato che hanno ascoltato i due protagonisti della vicenda ed alcuni testimoni.

Subito dopo un dettagliato rapporto sulla vicenda è stato inviato ai magistrati della procura della repubblica presso il tribunale di Napoli Nord di Aversa. Il titolare dell’inchiesta, nella giornata di lunedì, ha emesso un provvedimento restrittivo nei confronti del marocchino che è stato associato alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere in attesa delle decisioni ulteriori. Intanto, secondo quanto dichiarato dai sanitari che l’hanno in cura, la malcapitata vittima sarebbe solo all’inizio di un lungo calvario. Al momento, infatti, gli è stata applicata una borsetta che dovrà portare per quattro, cinque mesi, per poi essere nuovamente operato. Nonostante questo, in futuro potrebbe avere sempre problemi all’apparato digerente. L’episodio porta alla memoria un caso analogo, avvenuto a Pianura, in un autolavaggio, il 9 ottobre del 2014. Allora la vittima fu un quindicenne.

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