CASERTA. Gioacchino Genchi, consulente dei pm Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sarà al Teatro Civico 14 per la presentazione del suo libro Il caso Genchi.
Lappuntamento è fissato per martedì 15 giugno, alle ore 17, quando Genchi racconterà la propria storia in un intenso incontro con il pubblico, moderato dal cronista di Buongiorno Caserta, Carlo Pasarella. Luglio 1992, la Sicilia è dilaniata dalle stragi. In città cè un poliziotto maledettamente bravo con le tecnologie. Ha lavorato con Falcone e sono tre anni che si occupa dei misteri di Palermo. Si chiama Gioacchino Genchi. è a lui che chiedono di scoprire qualcosa sulle agende elettroniche del giudice. E di capire dai telefoni se qualcuno spiasse Paolo Borsellino. E lui qualcosa scopre. Scova file cancellati e li ritrova. Poi ipotizza una pista per via DAmelio: date, nomi, luoghi. Diventa vice del gruppo Falcone-Borsellino. Ma quellindagine non la finirà mai. Una mattina, mentre lItalia esulta per larresto dei killer, allimprovviso sbatte la porta. E se ne va. Da allora non ne ha mai parlato. Lo chiamano nei processi più delicati: le talpe nel Ros di Palermo, il caso DellUtri. I capi di Cosa Nostra e i colletti bianchi. La vicenda Cuffaro e la sanità siciliana. Le sue consulenze sui telefoni ribaltano giudizi, fanno condannare centinaia di persone e assolvere miriadi di innocenti. Da ventanni è considerato il più abile consulente telematico delle Procure. Ogni anno la polizia stila graduatorie e gli assegna un punto più del massimo per le «eccezionali doti morali» e il prestigio che ne consegue. Finché approda a Catanzaro, per la Why Not di Luigi de Magistris.
Una mattina accende il pc, guarda i tabulati telefonici. E allimprovviso sbianca. Ma non fa in tempo a stendere una relazione: revocato lincarico, indagato e perquisito, sequestrato l«archivio» con tutti i dati fin dal 1992. Attaccato da ogni parte politica. Sospeso dalla polizia. E altrove quattro magistrati perdono il posto. E allora cosa cera in Why Not, cosa cera in quei tabulati? Cerano giudici a contatto con boss, magistrati amici degli indagati e dei loro avvocati. Ma cera soprattutto un intreccio telefonico economico-politico-giudiziario che da Catanzaro saliva a Roma, incrociando i processi sulle scalate bancarie, la vicenda Umts, i crac Cirio e Parmalat e lo spionaggio Telecom, incuneandosi indietro nel tempo allorigine e al declino di Tangentopoli e a tante, troppe inchieste di cui si era occupato. E agli stessi nomi su cui indagava per via DAmelio, quando se ne andò sbattendo la porta. E ora che per difendersi ha depositato in tribunale le sue scoperte, può finalmente raccontarlo: perché lasciò allora, perché è stato fermato adesso. Con nomi, date e luoghi. Perché questo lungo e complesso racconto non è la storia di uninchiesta bloccata a Catanzaro. Questa è la storia della seconda Repubblica.
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