CASERTA. In relazione al comunicato stampa del consigliere provinciale Angelo Brancaccio in merito al presunto annullamento del decreto di revoca del Collegio Sindacale e del Consiglio d’Amministrazione dell’Iacp, …
…lo staff del presidente Domenico Zinzi invia l’ordinanza numero 1111 emessa dalla prima sezione del Tar Campania il 26/5/2010, dalla quale si evince con chiarezza si legge in una nota dello staff come quanto affermato dallo stesso consigliere Brancaccio non risponda a verità. In particolare, il Tar ha respinto la richiesta di sospensione del decreto di revoca, ribadendo, nella sostanza, la legittimità del decreto adottato dal Presidente della Provincia di Caserta lo scorso 7/4/2010.
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MA BRANCACCIO CONFERMA. Adesso capisco perché il presidente Zinzi ha bisogno di un autista che lo accompagni, di una segretaria che gli risponda a telefono e di professori universitari che gli interpretino gli atti amministrativi della Provincia. E secca la controreplica del commissario e consigliere provinciale dellUdeur Angelo Brancaccio alla nota del presidente della Provincia con la quale si cerca di smentire il precedente comunicato del leader del Campanile sulle nomine dellIacp. Confermo quanto dichiarato nel precedente comunicato. E normale che lordinanza non accolga alcuna sospensiva, dal momento che il decreto numero due del 7 aprile 2010 è stato dichiarato improcedibile. ha detto Brancaccio Lordinanza recita testualmente che Rilevato che il decreto del Presidente della Provincia rappresenta un segmento di un procedimento a formazione progressiva, culminante con ladozione dellatto finale da parte dellamministrazione regionale, cui lo stesso è inviato; considerato che, per la natura endoprocedimentale del decreto gravato, allo stato inefficace, non vi sia alcun danno attuale in capo ai ricorrenti. Brancaccio chiarisce il concetto ancora meglio. Come da me affermato nella precedente nota, lunico ente ad avere potere di nomina e di revoca per lIacp è la Regione. ha spiegato Non può, quindi, esistere alcuna sospensiva di un atto che non è stato mai accolto.