Arezzo – Un 56enne, incensurato, è stato tratto in arresto dalla polizia per aver rubato oro all’interno dell’azienda di cui era dipendente. Da tempo, alla “Amp” di via Rossi, leader a livello mondiale nella produzione di catene in oro, il titolare aveva notato degli ammanchi consistenti: circa un chilo d’oro al mese, per un danno complessivo di oltre 200mila euro annui.
L’imprenditore si rivolgeva alla Squadra mobile che, nel giro di pochi giorni, attraverso pedinamenti e la visione di telecamere nascoste, individuava il responsabile. Era l’operaio “infedele” che riusciva a bypassare il sistema di sorveglianza dell’azienda orafa inserendo le verghe d’oro nelle vecchie tubazioni del gas, non funzionanti, che fuoriescono all’esterno dell’edificio. E visto che lo stesso operaio aveva anche il compito di visionare l’impiantistica dell’azienda, in pausa pranzo, usciva e prelevava l’oro dalle tubazioni, portandolo negli spogliatoi, area non soggetta a controlli.
Acquisiti gli elementi di prova, scattava quindi l’arresto per l’uomo, beccato con una tracolla al cui interno c’erano due barre d’oro, del peso di un chilo e del valore di circa 30mila euro. Nella sua abitazione, inoltre, venivano trovati altri 400 grammi d’oro. Sui motivi che avrebbe indotto l’uomo a derubare il proprio datore di lavoro ci sarebbe una situazione economica precaria: due matrimoni e quattro figli, oltre che diversi debiti provocati dal vizio del gioco d’azzardo. Processato, l’uomo ha patteggiato la pena di un anno con sospensione della pena.
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