Castel Volturno, spaccio di droga in “connection-house”: 4 arresti

di Redazione

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – accogliendo pienamente le risultanze investigative emerse nell’ambito di un’articolata attività di indagine diretta dalla Procura sammaritana di Santa Maria Capua Vetere e delegata ai carabinieri del Reparto territoriale di Mondragone – ha emesso quattro ordinanze cautelari nei confronti di quattro extracomunitari, tutti di origini nigeriane: Ansime Oke, 39 anni; Beauty Efe, di 32; Augustine Oshanor, 21; Brighi Ifaluyi, 46.

Gli indagati erano destinatari di un provvedimento di fermo del pubblico ministero per illecita cessione di marijuana, fatti consumati a Castel Volturno e nelle province di Napoli e Salerno. L’indagine è originata da un intervento della locale stazione carabinieri a seguito di una rapina con sequestro di persona, commessa da Oke a danno di un connazionale. A seguito di tale episodio, i militari iniziavano dal mese di ottobre del 2018 un’attività info-investigativa, con frequenti servizi di osservazione, in località Destra Volturno, area particolarmente degradata del comune, con particolare attenzione in via Fiume Panare e via Largo Fusaro, strade ove dimoravano gli indagati.

Le prime risultanze permettevano di acclarare che, principalmente alla prima via, era stata organizzata un’intensa attività di vendita al dettaglio di stupefacente da parte di Oke e della compagna Efe, i quali, tramite contatti telefonici e la collaborazione del complice Ifaluyi, provvedevano direttamente al proprio domicilio alla cessione della droga fornitagli da Oshanor. L’abitazione fatiscente era stata adibita a “connection-house” (casa di incontro), dove i cittadini di origine africana potevano ritrovarsi consumando alcolici o droga. Gli ulteriori sviluppi permettevano di ricostruire la filiera dello stupefacente, approvvigionato alle porte di Roma e trasportato sui treni grazie al ricorso di “corrieri”. Parte della droga, una volta giunta nel comune del litorale domitio, veniva frazionata e portata a Napoli e Salerno oppure ceduta o consumato sul posto.

Veniva, inoltre, disposto, il sequestro preventivo d’urgenza di due abitazioni, teatro dell’attività di spaccio contestata agli indagati, immobili stabilmente utilizzati per consumare i delitti, anche attraverso molteplici accorgimenti e cautele volti a celare le attività criminose poste in essere al loro interno e di scongiurare i controlli da parte delle forze di polizia. Nel corso dell’indagine venivano sequestrate consistenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo marijuana per un totale di quasi 4 chili.

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