Mille euro in meno al mese dal 2008. E’ ciò che hanno perso gli insegnanti in busta paga in 11 anni di lavoro. E uno dei motivi della protesta dei sindacati di settore che hanno indetto uno sciopero nazionale per il 17 maggio. Palazzo Chigi per cercare di scongiurare la mobilitazione ha indetto un incontro per oggi, 23 aprile.
La Flc Cgil, analizzando i dati recentemente pubblicati dal ministero economia e finanza per il Conto annuale, ha evidenziato come la spesa statale destinata al personale docente e ata, cioè il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, nel 2017 è addirittura molto al di sotto rispetto a quella impegnata nel 2008: ben 4 miliardi di euro in meno. Dieci anni fa infatti era di 46.492 milioni di euro mentre nel 2017 è stata di 42.302 milioni. Ma il picco negativo si è avuto nel 2012, come scrive il Messaggero, quando si andò sotto di 6,7 miliardi.
Impossibile suturare le distanze create negli anni, ma nell’incontro di oggi “saranno da valutare le risposte alle questioni che sono alla base dello sciopero generale del 17 maggio – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – uno sciopero indetto unitariamente su quattro punti ben precisi, intrecciati fortemente tra loro, che meritano risposte ed atti concreti”.
“Verificheremo infatti la volontà politica di investire sul sistema scolastico italiano che, in termini di percentuale di Pil è tra gli ultimi posti nell’area euro. Investire sul sistema di istruzione nazionale significa finanziare il fondo per aumentare gli stipendi del personale, mettere in condizione di fare funzionare il sistema con l’eliminazione del precariato di docenti ed ata e riconoscere il lavoro e la valorizzazione del personale ata, attraverso la mobilità professionale e la necessaria dotazione di strumenti per rispondere alle molteplici e nuove competenze della scuola dell’autonomia. Siamo intenzionati anche a sfilare la scuola da improponibili regionalizzazioni”, sottolinea Turi.