Polverino chiede dimissioni del dirigente Genio Civile

di Redazione

Angelo PolverinoNAPOLI. Polemiche in Regione. Ancora una volta nella bufera finisce il dirigente del Genio civile di Caserta. Contro l’ingegner Nicola Di Benedetto si scaglia il presidente della Commissione Affari istituzionali, Angelo Polverino.

“La situazione – dice il consigliere regionale del Pdl – è talmente critica che si è arrivati ad un punto di non ritorno. Il dirigente Di Benedetto deve andare via da Caserta. E’ l’unico modo per garantire che ingegneri, architetti, geometri, imprenditori e tutto il mondo dell’indotto, che ruota intorno all’edilizia, riprendano a lavorare serenamente e con procedure adeguate alla loro mole di lavoro. Al Genio civile – dice il consigliere – si è in piena emergenza e bisogna subito istituire una task force per il disbrigo delle pratiche. Il lavoro accumulato è tanto da danneggiare e paralizzare l’edilizia casertana. Serve subito un rilancio, che è possibile solo con il cambio della dirigenza. Le lamentele sono continue e vanno a cadere sempre sulle procedure burocratiche di cui il dirigente sembra appellarsi continuamente e sui pregiudizi esposti e denunciati dai tecnici e dagli utenti. Tralascio quest’ultimo aspetto, ma quello che succede al Genio civile di Caserta ha creato una marcata incompatibilità ambientale. Un’ incompatibilità, che può essere risolta solo con l’allontanamento del dirigente”.

Dalla parte del dirigente Di Benedetto c’è comunque la paralisi provocata dal Piano casa, redatto dal governo Bassolino. I progetti devono essere controllati tutti, senza nessuna distinzione e favore. A fronte di tutto questo, bisogna considerare che il personale operativo in forza al Genio civile è di 4 dipendenti. Questa è la ragione che probabilmente crea il blocco amministrativo. “Con opportuni emendamenti al Piano, il centrodestra sta provvedendo a rimuovere gli impedimenti burocratici, per rendere le procedure più snelle. Negli emendamenti presentati da me – continua Polverino – c’è anche quello che cancella completamente l’articolo 10, per mezzo del quale bisogna attendere dai sei agli otto mesi per avere la certificazione sismica e senza la quale non è possibile iniziare i lavori. Il paradosso sta nel fatto che la vecchia normativa, quella in vigore prima dell’approvazione del Piano casa, era sicuramente più vantaggiosa, dal momento che nel giro di non oltre quindi giorni si riusciva ad avere la certificazione. Rientrati nella normalità – conclude Polverino – bisogna ricostruire un clima di collaborazione e rimettere in moto la macchina amministrativa. Solo così è possibile assicurare il lavoro agli imprenditori e ai professionisti, oggi fermi per mezzo di una burocrazia che strozza l’edilizia e da chi la rende ancora più complessa”.

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