Arresti e perquisizioni nei confronti di pregiudicati baresi ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti sono stati eseguiti questa mattina da carabinieri del comando provinciale di Bari, supportati dai reparti speciali “Cacciatori di Puglia”, Nucleo Cinofili e 6° Elinucleo. Gli arrestati, tra cui ci sono anche alcune donne, farebbero parte di un’articolazione dei clan Capriati-Diomede. Finora sono state seguite 32 ordinanze di custodia cautelare, 26 in carcere e 6 ai domiciliari. Le ordinanze sono state firmate dal gip di Bari Francesco Mattiace su richiesta del sostituto procuratore Renato Nitti, della locale Dda, sulla base di indagini compiute dai carabinieri di Modugno (Bari).
Le indagini sono partite nel 2016 ed hanno già portato all’arresto in flagranza di 12 persone, con il sequestro complessivo di 700 grammi di hashish, 1 chilo di marijuana, 100 grammi di cocaina, 2 pistole, 2 mitragliette e 79 cartucce di diverso calibro. C’erano minorenni incaricati delle spaccio e donne con il compito di gestire i rapporti con i mariti detenuti e di custodire la droga nell’associazione per delinquere sgominata all’alba a Modugno (Bari) dai Carabinieri con l’arresto di 32 persone, 26 in carcere (tra i quali quattro donne) e 6 ai domiciliari.
Le indagini, coordinate dai magistrati della Dda di Bari Renato Nitti e Francesco Giannella, hanno ricostruito gli ultimi quattro anni dell’attività di spaccio nella città alle porte di Bari, sotto il controllo criminale del gruppo mafioso dei Diomede-Capriati. Intercettazioni, pedinamenti, videoriprese con microcamere e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di individuare le principali piazze di spaccio in città, in particolare la villa comunale e la piazza antistante la scuola elementare De Amicis.
A capo dell’organizzazione c’era il pregiudicato Lorenzo Siciliani. Le quattro donne arrestate sono tutte mogli di indagati finiti oggi in cella. Al momento dell’esecuzione degli arresti, i Carabinieri, con una squadra di quattro donne in borghese, si sono presi cura di nove minorenni di età compresa tra i 2 e gli 11 anni, i cui genitori sono stati entrambi arrestati. Le indagini sono partite dopo una sparatoria avvenuta nel dicembre 2014 davanti all’abitazione di un pregiudicato detenuto ai domiciliari. Tre degli indagati identificati come spacciatori al dettaglio erano inizialmente minorenni. Su di loro, infatti, procedono entrambe le magistrature, quella ordinaria e quella minorile.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno rivelato che agli spacciatori veniva consegnato il compenso settimanale ogni sabato e, quando non si attenevano alle indicazioni, venivano puniti con periodi di fermo dall’attività di spaccio e anche con percosse. Documentato l’uso di armi da parte dei presunti capi del gruppo criminale e la cessione di circa 50 dosi di droga al giorno tra marijuana, hascisc e cocaina.
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