Da sabato 8 sino al 16 giugno, il Museo Archeologico dell’Agro Atellano ospiterà una mostra di opere pittoriche di Luigi Marruzzella, dal titolo “Il Paesaggio Atellano”. L’artista ortese nacque in Atella di Napoli nel 1931 ed è scomparso il 28 giugno 2015. Al suo attivo ebbe varie mostre personali e la partecipazione e numerose esposizioni e rassegne collettive, in più di 40 anni d’attività. La sua produzione vanta diverse centinaia di opere, realizzate su tele e vari altri tipi di supporti.
E’ presente in collezioni private, sia in Italia che all’estero. Il primo impatto col mondo storico, artistico e monumentale del territorio atellano, egli lo visse, da ragazzo, vedendo per la prima volta il “castellone” di Atella. Nel sito, il giovanissimo Luigi si recava coi compagni a giocare, arrampicandosi sull’a vecchia struttura archeologica. Più tardi – era l’anno 1955 – egli visse una seconda esperienza, positiva per la sua formazione e conoscenza, all’epoca dei lavori di pulizia della “chiesa francescana di san Donato e della tinteggiatura degli ambienti del convento francescano ortese. Qui poté ammirare i quadri del Seicento ed il chiostro affrescato. Energia e curiosità, comunque, qualità singolari molto evidenti in lui, lo spinsero sempre a leggere e ad indagare, e lo caratterizzarono, stimolandolo per tutta la vita! Sin da ragazzo, perciò, egli venne a affascinato dai racconti popolari sentiti soprattutto dai vecchi, di strane storie di fate misteriose…che sarebbero vissute, nei tempi antichi, nel sito del castellone…! Furono quelle, le prime storie sull’esistenza di un remoto paese…di una sconosciuta e mitica città dal nome Atella.
Invece, per la conoscenza dei monumenti citati di Orta, è facile ipotizzare le decine di volte che il Nostro ebbe modo di entrare sia nel convento francescano, che nella chiesa barocca, ricca di stucchi, affreschi, olietti, tempere pitture e grandi quadri! Nei due edifici, invero, il Maestro ci stette per lunghi mesi, poiché sia in chiesa che negli ambianti conventuali (stanze e corridoi, saloni, foresteria e stalla), egli lavorò alla relativa tinteggiatura delle pareti, insieme al padre ed altri aiutanti. Grazie, allora, alla prima scuola del padre e, poi, anche alla frequentazione successiva di amici ed artisti locali, il pittore imparò l’arte dei colori e la tinteggiatura, e seppe apprendere i canoni della “decorazione”. Quasi contemporaneamente, volle dare inizio anche ad una frenetica e lunga attività di disegno e di pittura, dipingendo soprattutto il paesaggio circostante e le persone. Infatti, dalla ritrazione veristica della realtà, dipingendo le campagne e il lavoro contadino, passò alla pittura di scene con case coloniche o masserie oppure con scorci e facciate di palazzi e/o “luoghi agricoli”0, ed a quella dei dipinti dei mestieri d’una volta, o dei cortili o, ancora, degli interni di chiese nonché di angoli e vedute di ruderi e cappelline campestri e di quelle votive rionali. Più spesso, poi, non disdegnava la raffigurazione di persone o di “nature morte”, di animali da cortile, di cavalli in libertà, talvolta a lavoro altre volte in gruppo, fermati nella loro forza e bellezza selvaggia.
Una sensibilità, in tutti i sensi, per il verde, le distese dei campi, le piante, i cespugli e i fiori. Questi, soprattutto, lui amava in modo particolare e di essi decantava colori e profumi, come, allo stesso modo, di tante erbe e spezie aromatiche, di cui non poche volte manifestava una conoscenza, antica e popolare, delle segrete virtù medicamentose. Marruzzella, insomma, “è stato un vero maestro del pennello, che tutto ha dipinto, impressionando, su decine e decine di tele e supporti vari le memorie di Orta e del paesaggio atellano”, ricavandoli ora dalla realtà, ora dal vivo e fresco ricordo di essa. Perché molte di quelle cose aveva potuto osservarle da molto vicino, se non diretta- mente coinvolto come esperienza personale in alcune di esse. La sua lunga e multiforme attività venne riassunta molti depliant degli anni ’70 e ’80 del Novecento, ma pure in due in un catalogo relativo alla sua opera omnia, presentato nel 2009, quando si tenne la sua prima Mostra Antologica. Un altro catalogo, intitolato “Oltre”, del Giugno 2016, ne racconta la persistente poliedricità nonché le sue preferenze e gusti nel campo della pittura moderna. Per l’ambito storico locale, Marruzzella è stato il più completo rappresentante del Novecento artistico atellano, ed ortese in particolare. Egli, cioè, è stato uno degli ultimi epigoni, significativi e validi, dell’intera vicenda storico-artistica del territorio atellano stretto, per alcuni versi ancorato all’ammirazione estatica del dei grandi del passato napoletano e atellano.