Lo Stromboli è “ancora in disequilibrio” dopo le violente esplosioni del vulcano che hanno causato la morte di Massimo Imbesi e tre feriti non gravi. Intanto, continua il lavoro dei Vigili del fuoco e dei Canadair per spegnere gli ultimi focolai. Il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, ha disposto il divieto di escursioni. L’innalzamento del livello di allerta a giallo è, al momento, un’ipotesi al tavolo degli esperti della Protezione civile.
Quasi tutti i turisti, un centinaio, hanno preferito lasciare l’arcipelago con traghetti e aliscafi diretti a Milazzo. Nei pressi dell’isola c’è la motonave Helga della Caronte & Tourist Isole Minori inviata dalla Regione Sicilia su richiesta del sindaco di Lipari, come misura precauzionale nel caso in cui dovesse verificarsi la necessità di allontanamento della popolazione sull’isola, scenario al momento escluso.
Sull’isola ci sono state alcune scosse di terremoto di piccola energia, inferiori alla magnitudo 2, effetto probabilmente dell’assestamento del vulcano. L’isola è ora coperta da detriti e da uno strato di pomice nera alto alcuni centimetri. Ginostra risulta la frazione più colpita. Gli abitanti dicono che sono già al lavoro per spalare via i detriti portati dalle esplosioni.
Proprio a Ginostra e in gran parte dell’isola è stata, nel frattempo, riallacciata la fornitura elettrica, come ha affermato il sindaco di Lipari, Giorgianni: “I tecnici dell’Enel hanno lavorato anche di notte riuscendo a far ripartire la centrale. Non c’è stata nessuna evacuazione perché non ce n’era la necessità”. Alcuni di quelli che hanno lasciato l’isola per paura “stanno ritornando per continuare le loro vacanze alle Eolie”, precisa il sindaco.
Il corpo della vittima, Massimo Imbesi, allievo ufficiale di coperta, è stato recuperato e portato a Milazzo, dove viveva. Lo ha disposto la magistratura, che sta valutando se far eseguire l’autopsia o se sarà sufficiente l’esame esterno del medico legale. Secondo quanto appreso, all’altezza del torace è stato rilevato un grosso ematoma che Imbesi forse si sarebbe procurato cadendo violentemente su spuntoni di pietra lavica che caratterizzano l’isola.
Forse è caduto mentre correva per mettersi in salvo o in seguito a un’intossicazione da fumo sviluppato dagli incendi. Con lui c’era un amico sudamericano, che mercoledì sera era ancora in stato di shock.
Massimo adorava il mare e i vulcani e un anno fa scriveva così su Facebook, commentando la foto del suo attestato conseguito come allievo ufficiale di coperta. “Finalmente il mare, di nuovo il mare… quello più conosciuto e familiare però, quello che preferisco, quello della Spiaggia di Ponente di Milazzo, quello di casa”. La sua grande passione era proprio Stromboli. “Proprio ieri mattina – racconta Gianluca Giuffrè, un abitante di Ginostra – l’ho visto con un amico, un sudamericano molto alto. Stavano andando a fare delle foto del vulcano. Non lo conoscevo bene, ma lo vedevo sempre passare per i sentieri di Ginostra per alcuni scatti che erano la sua passione”.
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