Sequestrato arsenale da guerra a gruppo “nazista”: c’è anche un missile

di Redazione

Un blitz dell’Antiterrorismo della Polizia di Stato è scattato stamani nei confronti di una serie di soggetti orbitanti nei gruppi dell’estrema destra oltranzista e nasce da un’indagine della Digos di Torino relativa ad alcuni combattenti italiani che hanno partecipato alla guerra nel Donbass, in Ucraina. Eseguiti tre arresti e, in varie città del Nord Italia, sequestrato un arsenale con armi da guerra, tra cui fucili d’assalto e perfino un missile “aria-aria” perfettamente funzionante.

Il missile “aria-aria” Matra è un modello in uso alle forze armate del Qatar e risulta di fabbricazione francese, assemblato nell’ottobre 1980. E’ stato sequestrato all’interno di un hangar dell’aeroporto di Rivanazzano Terme, nel Pavese, dove era presente molto altro materiale (tra cui due contenitori di lanciarazzi) che ora gli specialisti dell’esercito dovranno inventariare ed esaminare.

Fra gli arrestati Fabio Del Bergiolo, 60 anni, ex ispettore antifrode delle dogane che nel 2001 si era candidato al Senato, per Forza Nuova, nel collegio di Gallarate (Varese). All’operazione, coordinata dalla procura di Torino, hanno collaborato anche le Digos di Milano, Varese, Pavia, Novara e Forlì. Proprio a Forlì sono stati fermati, in un albergo vicino all’aeroporto, lo svizzero Alessandro Monti, 42 anni, e l’italiano Fabio Bernardi, 51 anni. I due, secondo gli investigatori della Digos, sono coinvolti nel tentativo di mettere in commercio il missile. Da un’intercettazione risulta che Del Bergiolo ne proponeva la vendita a 470mila euro e, tra i contatti che aveva preso, figurava anche il funzionario di uno Stato estero.

Il gruppo estremista in passato avrebbe combattuto nel Donbass, in Ucraina. L’inchiesta è partita dopo la perquisizioni di due giovani vicini a Forza Nuova, CasaPound e gruppi skinhead autori di scritte inneggianti al nazismo alla Spezia: attraverso i loro contatti e le progressive ramificazioni, gli inquirenti si sono imbattuti in una serie di movimenti neofascisti, individuando i mercenari.

L’operazione arriva a pochi giorni dalle condanne del tribunale di Genova nei confronti di altri mercenari coinvolti nella guerra del Donbass: 1 anno e 4 mesi per Vladimir Vrbitchi, operaio di origini moldave; 2 anni e 8 mesi a Olsi Krutani, albanese sedicente “ex ufficiale delle aviotruppe russe”. L’italiano Antonio Cataldo, invece, ha patteggiato una pena a due anni e otto mesi. L’inchiesta era nata nel 2013 nell’ambito dell’area skinhead ligure. I tre, che si trovano oggi tutti agli arresti domiciliari, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al reclutamento e al finanziamento di mercenari combattenti. Oltre agli arrestati, gli indagati sono una quindicina, tre dei quali sono irreperibili: su di loro pende un mandato di arresto europeo.

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