Sequestrato uno yatch di lusso di 18,5 metri fittiziamente intestato ad una società bulgara, ma nella disponibilità di fatto di uno degli arrestati nell’ambito dell’operazione “Black Spirit” (leggi qui). Una settimana fa i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Caserta traevano in arresto 23 indagati, sequestrando beni a loro riconducibili.
Tra i promotori del gruppo criminale dedito all’illecita importazione e commercializzazione di prodotti alcolici in totale evasione di imposte vi era anche Michele Galotta, alias “Lo Zio”, 45enne napoletano, domiciliato a Scisciano, al quale già in quella circostanza venivano sequestrate la villa di residenza e tre auto di lusso lì rinvenute, tra cui una ricercata jeep Mercedes, un nuovissimo suv Audi Q8 e un altro suv Bmw X6, a dimostrazione di un tenore di vita ingiustificato rispetto ai modesti redditi dichiarati.
All’appello dei beni da sequestrare mancava, però, un lussuoso yatch che dalle indagini svolte risultava nella sua disponibilità e in merito al quale l’arrestato non intendeva fornire alcun elemento utile per la sua localizzazione. In questi giorni, tuttavia, i militari non si sono dati per vinti e hanno riesaminato attentamente tutti i dati acquisiti nel corso delle investigazioni, comprese le conversazioni intercettate e le informazioni sulle abitudini ed il tenore di vita del soggetto estrapolate dalle fonti aperte e, in particolare, dai social network. E proprio grazie a questi approfondimenti è stato possibile reperire alcune immagini che ritraevano il soggetto a bordo del natante intento ad ormeggiare in un porto turistico, successivamente identificato in quello di Marina di Stabia, a Castellammare di Stabia.
Effettuati gli opportuni riscontri, anche grazie al supporto della Stazione Navale della Guardia di finanza di Napoli, è stato quindi rintracciato il natante da sequestrare – uno yatch Cranchi modello “Fifty 6 Soft Top” di 18,5 metri, di lunghezza e del valore di circa 1 milione di euro – intestato formalmente a una società bulgara e concesso in locazione a un’azienda del posto per il noleggio a terzi in occasione di eventi, ma che, in realtà, era, invece, utilizzato per diletto proprio dall’indagato e dalla sua famiglia. Lo yatch è stato quindi tirato a secco e affidato per la custodia al cantiere del porto ed è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.