CASERTA. Il professor Nicola Melone, candidato sindaco del movimento di cittadinanza Speranza per Caserta, ha scritto ed inviato al Prefetto ed al Questore una lettera di denuncia.
La prima questione è un ritornello tutto italiano, quello del manifesto selvaggio, che si presenta in ogni tornata elettorale. I manifesti spiega Melone possono essere affissi solo negli spazi individuati dal comune, è stato fatto un sorteggio e sono stati così assegnati i posti in questi spazi gratuiti e appunto comunali. Ciò significa che ogni lista ha un suo spazio che dovrebbe rimanere vuoto se non ci si mette il manifesto. Avete visto spazi vuoti? Allo stesso modo, poiché lo spazio è uno solo, non ci dovrebbero essere nemmeno duplicati di manifesti. Provate a contare i doppioni. Ma anche no, pure perché qualora venga comminata qualche multa arriva in soccorso il sempre pronto condono dei partiti in Parlamento (vedi decreto Milleproroghe tra i documenti del nostro sito www.speranzaprovinciale.it) e gli stessi partiti che hanno commesso questa illegalità si sono auto beneficiati anche della impunità con i nostri voti.
La seconda questione è molto più grave e incide profondamente e molto direttamente sulle regole democratiche di convivenza, sul senso di democrazia. A fine mese di aprile dice Melone in Prefettura sono stati convocati, alla presenza di alcuni vertici della Questura, del Comando Provinciale dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Comando della Sezione di Polizia Stradale, alcuni partiti politici che hanno autonomamente stabilito le regole del gioco elettorale senza nessun contraddittorio con le altre forze politiche in campo. Dodici partiti che hanno siglato ufficialmente un lungo protocollo di intesa in quindici punti che pone regole su tutta la propaganda elettorale in maniera molto capillare. Parliamo solo dei comizi pubblici. Non solo hanno deciso dove farli, tipo 4 piazze su 20, ma hanno deciso che potranno durare solo unora e mezza. Sembra tanto, ma in quellora e mezza sei costretto a montare il palco, organizzare le luci, pianificare i suoni, fare il comizio e smontare tutto. In unora e mezza, il che vuol dire che se vuoi prevedere lorganizzazione di un comizio in piazza hai la possibilità di parlare solo 30 minuti su 90. In più, e questo è realmente risibile, hanno vietato il contraddittorio. Si, il confronto pubblico è vietato. In pratica si è deciso di congelare la democrazia di un Paese proprio nel momento in cui se ne ha più necessità, se elimini la possibilità di un dibattito pubblico non hai possibilità di scelta. Ed è risibile perché tale protocollo non vieta i contraddittori in teatri o alberghi a pagamento, li vieta solo se fatti pubblicamente in piazza.
Melone e il movimento Speranza per Caserta hanno chiesto lannullamento del protocollo dintesa e la riconvocazione in Prefettura di tutte le forze politiche ufficialmente impegnate in questa tornata elettorale.