Sferrato un nuovo colpo alla baby gang “Cremona Dissing”. La polizia di Cremona hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in comunità a carico di tre minorenni, nell’ambito dell’operazione “Last Night”. I tre fanno parte di un gruppo che, dalla fine del 2018 ad oggi, si è reso responsabile di numerose risse, aggressioni, minacce, rapine ed estorsioni in danno a coetanei, il tutto alimentato dall’autocelebrazione delle proprie gesta grazie ad un uso distorto dei social network.
Le indagini della Squadra mobile sono partite da alcune aggressioni avvenute a Cremona il 12 giugno scorso, nel corso ed al termine di una festa in un locale aperto al pubblico. In quell’occasione 7 ragazzi commisero una rapina, ne tentarono un’altra e aggredirono per futili motivi alcuni partecipanti alla serata, tutti minorenni. Identificati tre minorenni come autori di una rapina di 20 euro in contanti e di una tentata rapina di un portafogli, attuate sempre con il medesimo schema: individuata la vittima, alcuni componenti del gruppo le si avvicinavano e, dopo averla colpita con calci e pugni o averla minacciata, tentavano di sottrargli il denaro o il cellulare. Inoltre, ci sono state quattro aggressioni con percosse o lesioni scatenate per futili motivi, come uno sguardo alla persona sbagliata o per il semplice gusto di affermare il proprio predominio, in relazione alle quali sono stati individuati altri 4 componenti del gruppo (2 maggiorenni e 2 minorenni). Oltre ai tre arresti, altri quattro giovani (due maggiorenni e due minorenni) risultano indagati.
Altri arresti, ad opera dei carabinieri, erano stati eseguiti nel giugno scorso. Secondo quanto era stato ricostruito, i ragazzi, tra i 15 e i 18 anni, si davano appuntamento attraverso i social per confrontarsi fisicamente fra loro, ma anche per aggredire terze persone, tra cui giovanissimi. Fra i luoghi di ritrovo, anche la centralissima piazza Marconi. Gli episodi di violenza venivano postati e commentati, a decine, su una pagina Instagram, cui era collegato un link che rimandava all’applicazione “ThisCrush”: attraverso quest’ultima era possibile partecipare a una chat accessibile solamente ai gestori della pagina e a chi la seguiva.
Il profilo era diventato una sorta palcoscenico su cui i componenti del branco “vivevano” rendendo pubblico il loro operato, anche come sfida aperta alle autorità. Oltre ai video delle risse, sulla pagina Instagram venivano pubblicate immagini di piazza Marconi resa simile a un ring per incontri di boxe, con la scritta “the ring is for boy”, (“il ring è per ragazzi”), mentre sull’immagine della piazza c’era la scritta “this ring is for real men” (“questo ring è per uomini veri”). Secondo quanto ricostruito nell’inchiesta, arrestati ed indagati farebbero parte di una baby gang composta da “bulli social” nei confronti dei quali le indagini erano cominciate su segnalazione di professori, presidi e molti genitori.
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