Sono trascorsi tre anni dagli eventi sismici nelle regioni di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio, ma la ricostruzione è ferma. Dei 107 interventi progettati, solo 8 sono stati ultimati. Bufera anche sui 34 milioni di euro raccolti con gli sms solidali: la Corte dei Conti ha aperto un’indagine per accertare eventuali “danni pubblici dovuti alla mancata attuazione del piano di ricostruzione o all’omesso conferimento di incarichi”.
Un sms dal costo di 2 euro per contribuire a salvare i comuni dell’Appennino centrale. Dal 2016 la Protezione Civile Nazionale, gestore della raccolta fondi, ha raccolto 34,5 milioni di euro. La cifra, destinata per il 60% alla regione Marche (circa 21 milioni di euro), avrebbe dovuto finanziare 94 progetti di ricostruzione, che sommati ad alcuni interventi minori, porterebbero ad un totale di 107 interventi nella regione adriatica. Ad oggi, solo otto di essi sono stati già ultimati; per 11 provvedimenti invece non è ancora stato presentato un progetto.
Scuola, biblioteche ma anche palestre. Sono tra i pochissimi interventi già ultimati, tutti realizzati nella provincia di Macerata. Tra quelli in attesa di essere sbloccati, ci sarebbero le verifiche agli impianti sciistici nel comprensorio dei Sibillini e la realizzazione di una nuova elisuperficie. Nella Valle del fiume Nera, in Umbria, le operazioni prevedono la costruzione di 14 centri di comunità: solo per 3 di loro i lavori di progettazione sono in fase definitiva. Due centri simili verranno realizzati anche in Abruzzo. Nella regione Lazio i fondi (4,8 milioni di euro) serviranno alla ricostruzione di scuole primarie e secondarie nel reatino.
La procura regionale umbra della Corte dei Conti ha aperto un’indagine per verificare se ci siano stati ritardi nell’attuazione del piano di ricostruzione. A renderlo noto è lo stesso Ufficio giudiziario della magistratura contabile. In particolare, l’indagine vuole verificare se vi siano stati “eventuali danni pubblici dovuti alla mancata o tardiva attuazione del piano di ricostruzione post sisma del 2016, all’omissione di incarichi tecnici nonché sulla mancata previsione sismica su mappe inadeguate”. Gli accertamenti sono ancora in fase istruttoria e la Corte non ha fornito ulteriori particolari.
La “sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso”, come definita dall’Ingv, è l’insieme di eventi sismici che hanno colpito le regioni diMarche, Umbria, Lazio e Abruzzo tra Agosto 2016 e Gennaio 2017. La scossa più forte si registrò il 30 ottobre 2016, con un magnitudo di 6.5 ed epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, in provincia di Perugia. Gli eventi provocarono più di 300 morti, altrettanti feriti e un totale di oltre 40mila sfollati.