Una multa di 16,67 euro mentre portavano latte caldo, biscotti e coperte ai clochard che trovano riparo nella stazione ferroviaria fermi sul binario senza biglietto. L’episodio, avvenuto a Foggia, è stato denunciato dall’associazione “Fratelli della Stazione”. Protagonisti sette volontari, i quali hanno tentato inutilmente di spiegare agli agenti della Polizia Ferroviaria il motivo della loro presenza in quell’area.
Uno dei volontari, Emiliano Moccia, racconta: “Io e altri nove siamo entrati in stazione per incontrare chi ci aspetta ormai da 20 anni. Avevamo cioccolatini e latte caldo. Al primo binario vive da tempo una donna e, mentre le consegnavamo latte e viveri, due agenti della Polfer hanno chiesto i documenti a tre nostri volontari”. Tra questi due indiani e un ragazzo, anch’egli indiano, che in passato ha avuto qualche piccolo problema con la giustizia, ma che sta finendo di scontare nella comunità Emmaus a Foggia e ha un permesso per l’associazione Sco di volontariato internazionale.
A quel punto, i poliziotti li hanno accompagnati nei loro uffici, multandoli di 16,67 euro. “Hanno applicato – spiega Moccia – quanto stabilito nel Dpr del 1980 dove tra l’altro l’importo dell’ammenda è ancora espresso in lire”. Per i volontari “in questo periodo si parla tanto di chiusura dei porti, ma qui in realtà si stanno chiudendo anche gli spazi della solidarietà”. Intanto, sono molti gli avvocati che hanno manifestato la loro disponibilità ad impugnare a rappresentare l’associazione e impugnare la sanzione.
La Polfer, intanto, ha avviato accertamenti per “inquadrare nella giusta cornice l’episodio” e verificare quanto accaduto specificando che i tre non erano “immediatamente identificabili”. Inoltre, il Compartimento della Polizia ferroviaria per la Puglia, Basilicata e Molise, ricordando le proprie iniziative in favore di chi “vive ai margini”, dovrebbe incontrare l’associazione presto e non si escluderebbe l’annullamento della multa.
Sul caso è intervenuto anche il vicepresidente della Camera Ettore Rosato (Pd), per il quale “deve esserci sicuramente un errore: una multa a chi fa volontariato è una follia. C’è gente che vive dell’aiuto di altri e chi ha fatto della solidarietà un modo attivo di partecipare alla vita sociale. Lo fa mettendo a disposizione tempo, passione e coraggio. “Lo zelante funzionario di polizia, ove mai l’accaduto venisse confermato, – conclude Rosato – dovrebbe imparare a valutare diversamente chi lavora per lo Stato, gratuitamente e distinguerlo da chi infrange le regole”.