“Lavoro nero e caporalato a 30 anni dall’omicidio di Jerry Masslo”. E’ il titolo del seminario che si svolgerà martedì 8 ottobre, alle ore 16, ad Aversa, in Casa Cimarosa. L’evento, organizzato dal Comune di Aversa, Arci Caserta, Die e Solidarci. Un incontro per sollevare il velo su una sorta di costante rimozione e avviare un percorso per rispondere ad alcune questioni che sembrano ancora interrogare i nostri territori.
Interverranno i ricercatori dell’Università del Molise, Gianni Cerchia, dell’Università Suor Orsola Benincasa, Ciro Pizzo, del Consorzio interuniversitario “l’Altro Diritto”, Chiara Stoppioni, il direttore della Caritas diocesana di Aversa, don Carmine Schiavone, esponenti del terzo settore, con la Cooperativa Dedalus, Andrea Morniroli, Arci nazionale, Filippo Miraglia e Arci Campania, Francesca Coleti, Igor Prata della Flai Cgil e altri esponenti del sindacato.
Jerry Essan Masslo era un rifugiato sudafricano che fu ucciso, all’età di 30 anni, il 25 agosto del 1989, a Villa Literno, nel Casertano, da una banda di criminali che assaltarono l’abitazione di fortuna in cui viveva insieme ad altri migranti con lo scopo di rapinarli. Il suo assassinio fu uno spartiacque per il trattamento dei rifugiati e dei lavoratori stranieri in Italia: la sua morte fece infatti molto scalpore nell’opinione pubblica e diede il via alle prime grandi manifestazioni antirazziste nazionali e all’approvazione di leggi sulla protezione dei rifugiati extraeuropei e al riconoscimento e alla tutela dei diritti dei lavoratori stranieri.
“I tanti anni passati dall’episodio che sveglia l’Italia – spiegano i promotori – dal sogno di essere un paese buono e accogliente, di non aver problemi di lavoro nero e caporalato, l’omicidio di Jerry Masslo, sembrano oggi una sorta di puntini sospensivi chiusi tra solide parentesi in cui si è rimasti sospesi tra le tante parole, anche importanti, il susseguirsi di proposte e produzioni legislative che hanno cercato di inquadrare il fenomeno, e i fatti, che testardamente ripongono dinanzi ai nostri occhi quel fenomeno di sfruttamento, di ghettizzazione e di caporalato. Quel che sembra essere cambiato nel tempo e che richiede oggi risposte urgenti è la pervasività del fenomeno, non più connesso esclusivamente alla tratta dei migranti, al razzismo verso chi viene da lontano, ma il fatto che davvero sembra essere il livello base di ingresso nel mercato del lavoro per le fasce sempre più ampie di popolazione vulnerabile, a rischio povertà, una o tante delle mille povertà possibili, che tocca tutti, italiani o migranti, giovani e anziani come i soggetti espulsi dal mercato del lavoro regolare”.
Il seminario, attraverso il confronto con i vari attori istituzionali che stanno costruendo sul territorio dell’agro aversano un gruppo di lavoro da integrare in un network nazionale, vuole mettere in dialogo le esperienze e i saperi dei vari soggetti, con l’importante obiettivo di inserire l’analisi della realtà locale nella più ampia realtà sovralocale, attraverso uno scambio costante e strutturale che analizzi i vari aspetti del fenomeno, che non riguarda solo le zone agricole delle nostre città o la popolazione straniera, ma coinvolge la rete del trasporto, della collocazione in abitazione e il mercato degli affitti, lo spostamento stagionale lungo la penisola, finendo così per coinvolge varie realtà comunali, cui si chiede di prendere atto di questa dimensione e cominciare a lavorare a una risposta adeguata.