Sedici persone sono state arrestate nell’ambito di una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino, che convoglia le inchieste “Criminal Consulting” e “Pugno di Ferro”, riferite a due distinte organizzazioni criminali dedite all’attività di usura e estorsione.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Torino, ha accertato almeno 30 vittime di usura. Ai componenti della prima organizzazione, capeggiata da Vittorio Ceretta, sono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all’usura, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione a danno dello Stato, esercizio abusivo di attività finanziaria, intestazione fittizia di beni e riciclaggio.
I componenti della seconda, capeggiata invece dal sorvegliato speciale Renato Macrí, noto esponente locale della ‘ndgrangheta, facente capo alla consorteria Ursino-Scali-Macrí di Gioiosa Jonica, dovranno rispondere per i reati di usura, estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia di attività finanziarie, con l’aggravante del metodo mafioso. Durante le indagini si è delineato un terzo filone derivante dai prestiti a tasso usuraio elargiti dal pluripregiudicato Vittorio Raso – attualmente latitante – in collaborazione con alcuni suoi stretti familiari e con l’aiuto delle mogli di Adolfo e Aldo Cosimo Crea, originari di Stilo (Reggio Calabria), reclusi in regime di 41 bis.
Tutto girava attorno a una società che, attraverso dei prestanomi, costituiva altre società per accedere a prestiti e finanziamenti pubblici. Denaro che una volta ottenuto veniva utilizzato nell’attività di usura, con i guadagni destinati a finanziare la ‘ndrangheta. È questo il complesso meccanismo scoperto dalla Procura di Torino, che attraverso la squadra mobile ha portato all’arresto di 16 persone, fra cui commercialisti e consulenti, e al sequestro preventivo di beni e denaro per oltre 3 milioni di euro. Ordine d’arresto anche per Vittorio Raso, vicino alla famiglia Crea, che al momento è latitante. Fra le parti lese, figurano anche noti istituti di credito del territorio e la Finpiemonte, finanziaria della Regione Piemonte, che a loro insaputa hanno elargito prestiti e finanziamenti alle società coinvolte.
Nel corso dell’operazione, a scopo preventivo sono stati sequestrati, tra l’altro, soldi contanti, orologi, moto. Nelle intercettazioni divulgate dalla polizia, un bambino, parlando con un adulto, dice: “Sono contento di fare parte di questa famiglia: la ‘ndrangheta”.
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