Napoli, Pietà de’ Turchini: “Lamentationes Hieremiae” apre stagione musicale

di Redazione

Con “Lamentationes Hieremiae” ha preso il via la 22esima stagione musicale della Fondazione Pietà de’ Turchini. Il capolavoro cinquecentesco del compositore e musicista Fabrizio Dentice, è stato eseguito dall’Ensamble De Labyrintho diretto da Walter Testolin. Durante la serata nella chiesa di Santa Caterina da Siena, è stata realizzata anche l’incisione discografica per la collana dedicata ai capolavori. Iniziativa ideata dalla Fondazione per l’etichetta Arcana, con le copertine originali di Mimmo Jodice.

20 appuntamenti fino a giugno 2020 sul tema “Estro e compassione”. Pagine di Dentice, Gesualdo, Vinci, Alessandro e Domenico Scarlatti, Pergolesi, si alternano a pagine di Vivaldi, Ziani, Bach, Händel, Beethoven, fino a David Bowie e ai Beatles. Un occhio alle radici e al passato, ma attenzione anche alla contemporaneità, come sottolinea Mariafaderica Castaldo, presidente e direttore artistico della Pietà de’ Turchini: “Tra nuove produzioni e ospitalità, attraversando luoghi e coinvolgendo ensemble e artisti di respiro internazionale,  si traccerà un ideale arco temporale che spazierà dal repertorio rinascimentale a quello contemporaneo, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’alternanza di stimoli ed esplorazioni sonore innovative e originali”.

Prossimo appuntamento il debutto a Napoli di “Five with estro”, sabato 9 novembre alla Chiesa di Santa Caterina da Siena, concerto a cinque strumenti dell’Ensemble Armoniosa, che realizza una nuova e originale versione dei 12 Concerti di Antonio Vivaldi che compongono la raccolta dell’“Estro Armonico” op. 3. Rinnovando la pluriennale collaborazione con l’istituto Cervantes di Napoli, venerdì 15 novembre, ancora alla Chiesa di Santa Caterina da Siena, il programma accoglie il debutto nel nostro Paese dell’Ensemble L’Apothéose, con il concerto “Al estilo italiano”. L’ensemble spagnolo propone un repertorio che riprende l’uso, in voga alla corte di Madrid nel XVIII secolo, di comporre opere “all’italiana” adattandole alle convenzioni del teatro ispanico.

Tra le tante iniziative in stagione, sono da segnalare la masterclass di canto barocco a cura della grande contralto Sara Mingardo (dal 21 al 23 novembre), la nuova edizione de “Il Suono della Parola” rassegna di letteratura e musica promossa dalla Fondazione Pietà de’ Turchini, a cura di MiNa vagante (1,8 e 15 dicembre, Fondazione De Felice- Palazzo Donn’Anna), la seconda edizione della rassegna “A più voci” (dal 29 novembre al 14 dicembre – Chiesa dell’Incoronatella e Chiesa di San Rocco). Nata per divulgare la musica corale e polifonica, propone in rassegna i concerti di Campet Singers, del Coro Giovanile Il Calicanto diretto da Silvana Noschese, dell’ensemble vocale InCanto di Partenope diretto da Davide Troìa, del Coro di Voci bianche di San Rocco e dell’ensemble Le Voci del 48 diretto da Salvatore Murru.

Il “costante e ostinato” impegno rivolto dalla Fondazione Pietà de’ Turchini per la valorizzazione e riscoperta del repertorio di Scuola Napoletana, trova esito nel concerto “Jate sospiri mieje” del contralto Teresa Jervolino (sabato 23 novembre, ore 19 a Palazzo Donn’Anna) e nella produzione dal titolo “Albino e Plautilla”, intermezzo buffo di Leonardo Vinci, drammaturgia di Angela Di Maso con Gaia Petrone (mezzosoprano), Filippo Morace (basso), Bruno Leone (maestro burattinaio) e l’ensemble Talenti Vulcanici diretto da Stefano Demicheli. Debutto assoluto venerdì 13 dicembre ore 20 al Museo Aragona Pignatelli Cortes, nell’ambito del Convegno internazionale: Napoli e Venezia nel Settecento, due capitali dello spettacolo (12-14 dicembre) che vede la Pietà de’ Turchini affiancata all’Università di Napoli Federico II, Università Ca’ Foscari e Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Conservatorio San Pietro a Majella, Centro Divino Sospiro di Lisbona. Per il ciclo “Doppio gioco”, tra marzo e maggio alla Chiesa di Santa Caterina da Siena, in programma Marco Crosetto al fortepiano e Raffaele La Ragione al mandolino per un omaggio originale a Ludwig van Beethoven (il 27 marzo) e Ugo Orlandi con Mauro Squillante, ai mandolini e ai mandoloni, con un percorso dedicato ai plettri (9 maggio).

Il programma proseguirà senza sosta fino al prossimo giugno 2020 ospitando i debutti di grandi artisti come nel caso della cantante araba Ghalia Benali, in scena il 21 febbraio con Romina Lischka (viola da gamba) e Vincent Noiret (contrabbasso)e, ancora per la Giornata Europea della Musica Antica, sabato 21 marzo, la Fondazione produce il recital intitolato “Antonio Manna, il basso napolitano” con Nicola Ciancio (basso) e i Talenti Vulcanici diretti da Stefano Demicheli.   Per la sezione “Contemporaneamente antica”, il 4 aprile sarà presentato a Napoli, nella splendida sala grande del Museo Madre, lo spettacolo in coproduzione con il Festival Pergolesi Spontini di Jesi dal titolo “Baroque Reloaded. Cantate de L’Espace-Temp”, ideato da Matthieu Mantanus con la visual artist Sara Caliumi. “Lo spettacolo è un vasto affresco musicale e visivo in cui si crea un dialogo – o un’attesa “spazio temporale” – tra le cantate barocche e un mondo musicale e sonoro elettronico” aggiunge Federica Castaldo. Tra le ospitalità più autorevoli della stagione, si segnala l’ensemble Vox Luminis diretto da Lionel Meunier, che sarà protagonista domenica 26 aprile alla Chiesa di Santa Caterina da Siena del concerto “Florilegium Hortense”, prima straordinaria tappa di un percorso dedicato alla rarissima produzione di mottetti ascrivibile al genio di Johann Sebastian Bach. Chiuderà la stagione, dal 12 al 14 giugno, la seconda edizione del Festival “A corde spiegate” dedicato alla chitarra, a cura di Edoardo Catemario.

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