Donatella Tesei è la nuova presidente della Regione Umbria. Per la prima volta nella storia a guidare il territorio non è un’amministrazione di sinistra, ma una coalizione di centrodestra. Alle elezioni la Tesei ha ottenuto il 57,55% dei voti staccando nettamente Vincenzo Bianconi, fermo al 37,48% con il suo Patto civico e sociale che ha messo insieme Pd e M5s.
Gli scrutini hanno poi chiarito il vero e proprio trionfo di Lega e centrodestra, con il Carroccio che ha ottenuto il 36,9% dei voti (era al 14% alle passate regionali), Fratelli d’Italia arrivato al 10,4% (era al 6,2%) e Forza Italia al 5,5% (contro l’8,5%). Nella coalizione che andrà all’opposizione, il Pd si è fermato al 22,3% (era al 35,8% nel 2015), e il Movimento 5 stelle è arrivato al 7,41% (contro il precedente 14,6%). In Consiglio regionale la Lega avrà otto seggi, sei in più, mentre il Pd ne avrà cinque contro gli 11 precedenti. Fratelli d’Italia ha due esponenti (ne aveva uno), e Forza Italia conferma un seggio. Un solo consigliere anche per il Movimento 5 stelle, che in precedenza ne aveva due. Complessivamente sono 12 i seggi che vanno al centrodestra, mentre alla coalizione guidata da Bianconi ne vanno sette.
Ex sindaco di Montefalco, la senatrice succede a Catiuscia Marini, eletta nel 2015 per il secondo mandato con il il Partito democratico (allora ottenne il 42,8% dei voti) superando di tre punti e mezzo Claudio Ricci, esponente del centrodestra. Salvini e Tesei già intorno alla mezzanotte erano scesi nella sala stampa allestito nell’albergo del centro di Perugia, scelto dalla coalizione vincitrice come quartier generale. Il leader della Lega ha subito parlato di una “festa della democrazia”, riservando una stoccata al governo nazionale: “Gli italiani non amano i traditori e i poltronisti”. La Tesei ha ringraziato “gli umbri che hanno dato prova di grandissima maturità e di coraggio. Non era per niente facile e scontato”. Lo scrutinio delle schede è andato avanti per tutta la notte, ma la vittoria della Tesei è stata subito chiara: troppo ampio il distacco che era emerso da exit poll e proiezioni per lasciare margini di dubbio. E infatti poco prima dell’una di notte Bianconi ha telefonato alla Tesei per congratularsi, ammettendo di fatto la sconfitta.
“Chi semina tradimento raccoglie tradimento, lascio a Di Maio, Conte e Zingaretti i loro dubbi, noi andiamo avanti”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, a Perugia, nella conferenza stampa sul voto in Umbria. “Ho parlato con Silvio Berlusconi, lo ringrazio dei complimenti. Quella in Umbria è una vittoria della squadra del centrodestra, non mi interessano le partite in solitaria”, ha continuato Salvini, aggiungendo: “E’ un voto che ha anche una valenza nazionale, Conte continua con la sua arrogante distruzione dell’Umbria. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico, ogni giorno si apre un problema nuovo”.
Dopo il voto in Umbria, “il presidente Mattarella potrebbe fare una riflessione: il governo Conte non è forte e coeso ma è inviso al popolo italiano e il Capo dello Stato potrebbe prendere il considerazione questo nuovo scenario”. Lo ha detto Giorgia Meloni. “Noi non possiamo consentire che una minoranza arrogante elegga anche un presidente della Repubblica inviso al popolo italiano”, ha aggiunto la presidente di Fratelli d’Italia.
Quello in Umbria “era un esperimento che non ha funzionato. Tutta la teoria per cui si diceva che se ci fossimo alleati con un’altra forza politica saremmo stati un’alternativa non ha funzionato”. Lo ha detto Luigi Di Maio, parlando di “strada impraticabile” per il patto Pd-M5s. C’e’ bisogno di maggior spirito di squadra e rafforzare la coesione”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, spiegando che il governo è “partito da poche settimane ma abbiamo già avviato una Manovra che si annunciava limitata solo alla sterilizzazione delle clausole Iva e messo molte altre cose. Siamo nel pieno del percorso e “oggi ho ancora più entusiasmo, coraggio e determinazione di ieri”.
Il rapporto con il Movimento 5 stelle va portato avanti “non per esaltare le differenze ma per trovare sintesi vere e verificando, territorio per territorio, la possibilità di convergenze, senza imporre nulla”. Così su Facebook il segretario dem Nicola Zingaretti. “E’ ovvio che occorre voltare pagina – avverte il segretario Pd -. Mi auguro una nuova solidarietà nella coalizione e nella compagine del governo Conte che non può essere un campo di battaglia quotidiana”.