Uno dei temi più trattati e delicati degli ultimi anni, un problema reale e sempre più minaccioso: il riscaldamento globale. È più di un secolo ormai che il fenomeno dell’aumento progressivo delle temperature si è manifestato per la prima volta, ma solo negli ultimi anni questo sta diventando un caso che interessa la sopravvivenza dell’intero pianeta: con il riscaldamento avvengono anche altri fenomeni ambientali, dai violenti temporali a finire allo scioglimento dei ghiacciai che, oltre a mettere in pericolo gli animali che vivono nelle zone artiche, porterà, secondo gli scienziati, entro qualche decennio alla completa immersione di molte isole e quella parziale di varie nazioni (tra cui l’Italia).
Ma quali sono le cause che hanno portato a una situazione così grave? Come mai, se davvero questo fenomeno è cominciato da più di un secolo, si è arrivati a un punto così critico? Le cause del riscaldamento globale sono molteplici: il grande incremento dei cosiddetti gas serra, chiamati così perché la loro presenza nell’aria contribuisce a creare l’effetto serra, cioè quel fenomeno che fa diventare l’ecosistema mondiale come una struttura chiusa in cui l’aria è così densa di questi gas (per la maggior parte vapore acqueo, ma anche CO2) da diventare irrespirabile a lungo andare; la seconda causa è da ricercare soprattutto nelle grandi modifiche all’ambiente naturale terrestre ad opera dell’uomo, si parla quindi e soprattutto di deforestazioni che causano un grave scompenso nel ciclo dell’anidride carbonica e un eccesso di quest’ultima all’interno dell’atmosfera; ultime due cause sono l’aumento dei prodotti ad aerosol (prodotti liquidi o solidi che mediante semplici meccanismi vengono dispersi nell’ambiente sotto forma di gas) e dell’allevamento intensivo (eradicazione di interi gruppi di animali dal loro habitat per poi tenerli rinchiusi in grossi stabilimenti in cui l’allevamento sia più controllato e veloce). È facile notare come tutte queste cause vadano a modificare radicalmente l’ordine naturale delle cose in favore del progresso, basti pensare allo stesso allevamento intensivo oppure all’enorme numero di deforestazioni praticate per costruire grandi centri urbani o strade, o ancora ai semplici veicoli a motore che emettono quantitativi spropositati di CO2.
E così si può rispondere alla seconda domanda: il riscaldamento globale non è stato arrestato prima che diventasse il terribile problema dei giorni odierni perché fermare questo fenomeno voleva dire bloccare il progresso scientifico inarrestabile che si è avuto nel corso del XX secolo e (soprattutto) nei periodi di guerra fermare il progresso significa arrendersi o morire. Ci si fa quindi carico anche delle scelte scellerate delle generazioni passate, oltre che di quelle delle attuali classi governative che solo negli ultimi anni si sono mostrate pronte ed intenzionate a fermare il riscaldamento, non senza qualche remora per gli elevati costi che la grave situazione comporta. D’altra parte, proprio il progresso che ha in parte causato il global warming sembra rappresentare la soluzione: vi sono diverse startup che propongono varie soluzioni al problema, tra cui la danese Mash Biotech che si occupa di smaltire il liquame delle industrie e trasformarlo in letame da vendere poi, dall’Italia viene poi l’app Junker che aiuta gli utenti a smaltire correttamente i rifiuti semplicemente scansionando il codice a barre dei prodotti.
In conclusione, il problema del riscaldamento globale non può più essere ignorato, va risolto, anche con piccoli gesti (come consigliano gli scienziati) come cercare di spostarsi con i mezzi pubblici, in bici o a piedi, evitando così di produrre eccessiva CO2, oppure utilizzando solo prodotti ecosostenibili. Se è vero che anche le piccole cose sono importanti, non si può negare che la spinta fondamentale debba giungere dai governi che hanno il potere ed i mezzi necessari per tentare di risolvere il problema, e responsabilità dei cittadini è esortare i governi a prendere le misure necessarie, cosa che soprattutto i giovani hanno recepito alla perfezione ed attuato mediante i “Fridays for Future”, manifestazioni pubbliche che avvengono di venerdì nelle zone più trafficate di tutte le città del mondo, seguendo l’esempio della svedese Greta Thunberg, ragazzina che ha creato questo tipo di manifestazioni e che ormai da anni si batte purché il riscaldamento globale sia affrontato.
inviato da Gennaro Pagano