Nella mattinata di mercoledì 4 dicembre, sul territorio casertano di Santa Maria Capua Vetere e in quello napoletano tra Napoli, Marano di Napoli Somma Vesuviana e Massa di Somma, i carabinieri della compagnia sammaritana hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura Antimafia partenopea, nei confronti di 21 indagati (11 in carcere e 10 ai domiciliari) ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita all’acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish, nonché di plurimi episodi, anche in concorso, di detenzione e spaccio delle medesime sostanze.
Gli arrestati – In carcere: Ferdinando Del Gaudio, 48 anni; Maurizio Palombi, 50; Plinio Restelli, 24; Raffaele Cipullo, 25; Costantino Merone, 43; Raffaele Terracciano, 47; Gabriele Ciano, 39; Aniello D’Alterio, 45; Biagio De Gennaro, 52; Giovanbattista Di Monaco, 39; Giuseppe Cortese, 29. Ai domiciliari: Sonia Del Gaudio, 46; Gerardo Gravante, 47; Maria Antonia Cavalli, 67; Rosario Rosetta, 36; Michele Gabriele, 32; Carmine Fischetti, 43; Massimo Maioriello; Donato Cataldo, 45; Oreste Buonpane, 31.
Il provvedimento cautelare recepisce l’esito di articolata attività investigativa, coordinata dalla Dda e condotta dalla sezione operativa del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Santa Maria Capua Vetere, dall’ottobre 2016 al luglio 2017, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, dichiarazioni rese dagli acquirenti e da uno degli indagati, nonché servizi di osservazione, perquisizioni, sequestri ed arresti in flagranza di reato, che ha consentito di: contestare l’esistenza di un’organizzazione criminale riconducibile alla famiglia Del Gaudio (noti anche come “Bellaggiò”), operativa nel territorio di Santa Maria Capua Vetere, dedita all’acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish; individuare, nell’ambito della stessa famiglia, due sottogruppi riconducibili a due dei fratelli che, pur condividendo le vicende inerenti al reperimento della sostanza stupefacente da immettere sul locale mercato, provvedevano autonomamente a collocare lo stupefacente presso i diversi spacciatori.
Inoltre, dalle indagini emergeva che: i pusher, vincolati all’acquisto della droga da spacciare dal gruppo dei Del Gaudio ed al prezzo dagli stessi imposto, provvedevano poi a distribuirla ai propri clienti attraverso il sistema del lavoro “a privato”, cedendo le singole dosi di stupefacenti a favore di clienti consumatori, dietro ordinazioni a mezzo telefono; la consegna degli stupefacenti, previa acquisizione del prezzo pattuito, avveniva in luoghi concordati del comune sammaritano (come all’esterno dell’anfiteatro campano, oppure di noti bar) e dei paesi limitrofi; uno dei partecipanti, uomo di fiducia del capo-promotore, si occupava anche di recuperare le somme inerenti alla cessione dello stupefacente dai singoli pusher. Venivano, quindi, tratte in arresto 4 persone e sottoposti a sequestro diversi quantitativi di sostanze stupefacenti.
I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale, decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “auto”, “macchine”, “scarpe”, “tuta”, “telefoni”), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività. Il gip, condividendo l’impianto accusatorio avanzato dalla Direzione distrettuale antimafia, sia in relazione ai gravi indizi di colpevolezza, sia alle esigenze cautelari, ha disposto per gli indagati la misura della custodia cautelare in carcere e quella degli arresti domiciliari. Inoltre, sottoposti a sequestro preventivo, ai fini di confisca, beni riconducibili a dieci degli indagati, tra conti correnti, conti deposito, contratti assicurativi ed un’autovettura.