7 arresti per associazione a delinquere finalizzata all’indebita compensazione ed alla bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale nell’ambito di società cooperative operanti nel settore della logistica e del facchinaggio. 10 milioni l’importo complessivo dei crediti fittizi utilizzati in compensazione per non versare le imposte ed i contributi dovuti all’Inps.
Nella mattinata del 9 gennaio, i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Torino, delegati dalla Procura della Repubblica e in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale sabaudo, hanno tratto in arresto 6 soggetti, tutti residenti nella provincia di Torino, ritenuti responsabili di aver costituito e fatto parte di un’associazione per delinquere, di aver utilizzato in compensazione crediti fittizi per un importo complessivo di quasi 10 milioni di euro e di aver, infine, cagionato il fallimento delle società cooperative coinvolte.
Sono in corso le ricerche per rintracciare il settimo componente dell’associazione. Dalle indagini, svolte dai finanzieri del Gruppo Orbassano e coordinate dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal sostituto procuratore Mario Bendoni, è emersa l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla costituzione e gestione di più società cooperative, amministrate formalmente da prestanomi, che fornivano manodopera a prezzi di gran lunga inferiori al valore di mercato attraverso il sistematico utilizzo in compensazione di crediti fiscali inesistenti e l’omesso versamento dei contributi previdenziali. Le cooperative, che non presentavano le dichiarazioni dei redditi o le presentavano con imponibili nettamente inferiori al reale, venivano tenute in attività per periodi brevi e condotte al fallimento dopo essere state depauperate, da parte degli amministratori di fatto, delle residue consistenze patrimoniali costituite prevalentemente da liquidità.
Gli amministratori di fatto delle cooperative, tutti destinatari della misura cautelare della custodia in carcere, figuravano formalmente come dipendenti delle cooperative e percepivano compensi significativi, trattenendo anche cifre superiori ai 5 mila euro mensili; i prestanome, invece, venivano reclutati tra persone bisognose e venivano retribuiti con compensi irrisori. Le attività investigative, sviluppate anche mediante indagini finanziarie, intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti, hanno portato i militari del Gruppo Orbassano ad accertare che i dipendenti, di fatto a loro insaputa, venivano periodicamente “trasferiti” dalle cooperative destinate al fallimento verso quelle di nuova costituzione.
Per rendere più difficoltosi gli eventuali controlli da parte degli organi competenti, le cooperative che si succedevano nel tempo erano sovente registrate con la medesima denominazione sociale (“Polar”), differenziandosi unicamente per la partita Iva attribuita; inoltre, la sede legale veniva sistematicamente stabilita in altre regioni, nonostante le società operassero sempre in territorio piemontese. Nei confronti degli indagati sono stati anche eseguiti sequestri preventivi finalizzati a recuperare almeno parte del profitto dei reati commessi: finora sono stati sequestrati due immobili residenziali, tre autovetture, contanti e oggetti preziosi per un valore complessivo di circa 500mila euro e sono stati congelati tutti i conti correnti.
Sono state anche eseguite numerose perquisizioni nei confronti di 15 prestanomi che si sono succeduti nell’amministrazione formale dell’impresa e di altre 11 persone che hanno concorso nella bancarotta fraudolenta di sette società dichiarate fallite nel 2017 e 2018, prelevando ingiustificatamente liquidità dalle casse aziendali o comunque beneficiando di somme di denaro distratte dai conti societari. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di varia documentazione utile alle indagini. IN ALTO IL VIDEO