Sono 8 gli arrestati – residenti tra Aversa (Caserta), Caivano, Pomigliano, Afragola, Acerra, nel Napoletano, e Nocera Inferiore (Salerno), fra i 39 e i 55 anni – ritenuti gli autori clamoroso furto compiuto all’alba dello scorso 22 novembre ai danni della filiale della banca Unicredit di Aversa, nella centralissima piazza Vittorio Emanuele, dalla quale ignoti portarono via un’intera parete con circa novanta cassette di sicurezza e una cassaforte, dopo aver bloccato le vie d’accesso per le forze dell’ordine con tir, camion e autovetture (leggi qui).
Dopo le notizie trapelate nei giorni scorsi, martedì 4 febbraio la Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore Francesco Greco, nell’ambito di una conferenza stampa, ha ufficializzato l’operazione compiuta dagli agenti delle Squadre mobili di Caserta e Napoli e dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. Contanti per circa 500mila euro, gioielli, orologi d’oro, titoli di credito e anche lingotti d’oro. Questo il bottino aveva portato via la banda, considerata responsabile anche di un precedente colpo, ad Afragola, nel Napoletano, il 22 ottobre, in quel caso fallito, e di uno ad Acerra, il 19 settembre, quando asportarono lo sportello Bancomat, con all’interno 30mila euro, utilizzando un carro-gru.
La squadra mobile di Caserta, diretta dal vicequestore Davide Corazzini, ha scoperto che i furti erano simulati e ha messo sotto controllo Gerardo Migliano, 46enne autotrasportatore di San Marzano sul Sarno (Salerno), dando così il via alle indagini in collaborazione con quelle della Squadra mobile di Napoli, guidato dal vicequestore Antonio Salvago, del commissariato di Aversa, agli ordini del primo dirigente Vincenzo Gallozzi, e della compagnia dei carabinieri di Castello di Cisterna, al comando del capitano Marco Califano.
Ad Aversa furono sette i 7 camion e 3 le autovetture utilizzate per bloccare gli accessi nella zona. Fondamentali per gli investigatori si sono rivelate le immagini di sorveglianza registrate da sofisticate telecamere che hanno consentito di scoprire che una delle auto e un camion erano stati rubati alla stessa persona, la quale faceva parte della banda, prendendo parte al colpo. Utilizzati anche dei virus cosiddetti “trojan” installati di nascosto su alcuni cellulari che hanno permesso agli investigatori di ascoltare le conversazioni dei sospettati. Da lì sono stati identificati e rintracciati i complici di Migliano. In carcere sono finiti, oltre a Migliano, Giuseppe Perna, 50 anni, residente a Casalnuovo; Giuseppe La Barbera, 40, di Casalnuovo; Michele Gallinaro, 56, di Caivano; i fratelli Francesco Tondi, 46, e Paolo Tondi, 45, di Pomigliano; Alfredo Botta, 54, di Casoria; Giovanni Borrelli, 43 di Casoria. Le indagini, intanto, proseguono alla ricerca di altri complici. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA