Accordo tra la Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo (Dna) e la Procura Speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata della Repubblica d’Albania (Spak). Prima della sottoscrizione del memorandum, avvenuta oggi, vi è stato un incontro tra il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho ed il Capo della Procura Speciale albanese, Arben Kraja, i quali hanno affrontato argomenti di comune interesse relativi ad indagini in corso e sono state scambiate informazioni utili allo sviluppo di indagini comuni finalizzate al contrasto dei gruppi criminali transnazionali opera in entrambi i Paesi.
A seguito dello scambio di informazioni i due procuratori hanno unanimemente constatato l’ottimo stato della cooperazione fra la Dna e la Spak, corrispondente organismo della Repubblica d’Albania. Premesso che sin dal 1997 la Dna e la Procura Generale della Repubblica di Albania – all’epoca competente per tutti i reati secondo l’ordinamento giudiziario vigente – hanno siglato il primo ed innovativo accordo di cooperazione e scambio di informazioni tra i due uffici, è stato sottolineato il fatto che a quell’epoca il contenuto del memorandum ha rappresentato una scelta particolarmente significativa e precorritrice dei tempi ed il fatto che la Dna abbia sottoscritto il primo dei molti memorandum – successivamente sottoscritti con analoghi Uffici di svariati Paesi – proprio con la corrispondente struttura giudiziaria albanese, è la concreta dimostrazione sia dell’interesse sin da allora costituito dalla cooperazione giudiziaria con tale ufficio sia dell’impegno a supportare in ogni modo l’attività di contrasto alla criminalità organizzata transnazionale che opera in entrambi i Paesi.
Sulla base di quel memorandum, aggiornato soltanto dopo molti anni, si è sviluppata nel tempo una proficua cooperazione giudiziaria dapprima con la Procura Generale della Repubblica d’Albania e successivamente con la Procura per i reati gravi subentrata alla competenza della Procura Generale nella materia del contrasto alla criminalità organizzata. Allo stato attuale la cooperazione giudiziaria, basata anche su un importante accordo bilaterale sottoscritto nel 2007 fra Italia e Albania, ha raggiunto livelli ottimali: lo scambio di informazioni spontanee tra i due Uffici è costante e costituisce la indispensabile premessa di indagini complesse e specializzate, eseguite anche attraverso lo strumento delle squadre investigative comuni, delle quali al momento attuale ben 5 risultano costituite tra uffici giudiziari italiani ed uffici giudiziari albanesi.
La recente sottoscrizione, da parte albanese, del secondo protocollo aggiuntivo alla convenzione europea di assistenza giudiziaria porterà sicuramente all’ utilizzazione di tale strumento di indagine anche da parte di altri Paesi, ma la previdenza dei legislatori italiani e albanesi ha consentito di anticipare di molto le convenzioni internazionali e di effettuare un rodaggio sul campo dello strumento delle squadre investigative comuni del quale entrambi i Procuratori si sono detti orgogliosi.
La Procura Speciale d’Albania è stata costituita solo di recente ma è già al centro di molte aspettative da parte della collettività albanese: per questo è significativo che subito dopo la costituzione di questo ufficio si sia avvertita la necessità sia da parte italiana che da parte albanese, di ribadire e rafforzare l’impegno bilaterale alla cooperazione , allo scambio di informazioni, alla condivisione di esperienze investigative, di buone prassi giudiziarie ed all’implementazione del flusso di informazioni utili al contrasto alla criminalità organizzata mediante il memorandum oggi sottoscritto.
La Dna e la Spak condividono la necessità di intensificare il contrasto all’espansione dei gruppi criminali anche attraverso l’intensificazione del contrasto patrimoniale a tali gruppi e la convinzione che solo mediante una cooperazione giudiziaria affidabile, spontanea e rafforzata possono essere battuti i gruppi criminali transnazionali ed individuati i canali del reinvestimento dei capitali illeciti accumulati tramite le attività illecite da questo compiute. Entrambi i procuratori hanno constatato con soddisfazione che nei rispettivi ordinamenti giudiziari sono state introdotte misure idonee, efficaci ed estremamente utili al contrasto a questi fenomeni ed hanno ribadito il loro l’impegno nella lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo, nel rispetto delle norme vigenti e dei principi contenuti nelle convenzioni internazionali e sanciti nella convenzione europea sui diritti dell’uomo e del cittadino.