A conclusione di una articolata attività di indagine svolta dalla Polizia di Stato – Squadra Mobile della Questura di Asti, finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, nella giornata di venerdì 7 febbraio è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, agli arresti domiciliari e all’obbligo di presentazione, emessa dal gip del Tribunale di Asti, Alberto Giannone, su richiesta del pubblico ministero Vincenzo Paone, nei confronti di 15 persone di varia nazionalità, tutti gravemente indiziati del delitto di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso di articolata attività investigativa, la Sezione Antidroga della Squadra Mobile della Questura di Asti acquisiva, a partire da inizio aprile 2017, notizie circa un consistente giro di spaccio di sostanze stupefacenti – cocaina ed eroina – posto in essere da italiani e stranieri dimoranti nella città piemontese. Gli autori dell’illecito traffico avevano creato una produttiva rete di spaccio: la sostanza stupefacente veniva acquistata a Torino, trasportata ad Asti e utilizzata per l’approvvigionamento delle locali “piazze” di spaccio astigiane.
Veniva fatta chiarezza circa le modalità di introduzione ad Asti della sostanza stupefacente, nella maggior parte dei casi tramite trasporti effettuati sulla tratta ferroviaria Asti-Torino con l’utilizzo del treno per gli spostamenti finalizzati al rifornimento, mezzo ritenuto meno rischioso rispetto all’utilizzo di autovetture. Venivano, inoltre, identificati i fornitori a monte e, naturalmente, i destinatari ultimi della sostanza stupefacente localizzati tra Asti e provincia e debitamente segnalati all’autorità competente.
L’attività d’indagine permetteva di individuare diversi gruppi di spacciatori, tutti in contatto tra loro, dediti allo spaccio delle droghe pesanti nelle piazze astigiane, alcuni dei quali acquistavano lo stupefacente già frazionato e confezionato in singole dosi, pronte per la vendita al dettaglio, ed in modiche quantità, effettuando anche più rifornimenti al giorno, per ridurre i rischi e le contestazioni in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. Altri spacciatori, invece, acquistavano quantità più elevate di stupefacente puro che poi trattavano e tagliavano per avere maggiore profitto. In taluni sequestri si è infatti appurato la commistione tra eroina e cocaina, cosiddetta “speedball”, i cui effetti sono particolarmente pericolosi per l’assuntore che subisce stimoli fortemente eccitanti per il sistema cardiaco con possibile collasso cardio vascolare.
A dare il via all’operazione antidroga denominata “Riki Cod” è l’arresto nella flagranza del reato di un uomo, già conosciuto per i suoi precedenti specifici, al quale a seguito della perquisizione personale e domiciliare venivano sequestrate numerose dosi di stupefacente, denaro in contante e materiale utilizzato per il confezionamento. Le indagini consentivano di delineare il vasto “giro” di spaccio intrattenuto da soggetti per lo più italiani nel concentrico cittadino e di rivolgere l’attenzione investigativa altresì su un nutrito gruppo di soggetti maghrebini, anch’essi dediti a giornalieri approvvigionamenti a Torino, in contatto stretto con il primo gruppo di spacciatori, e a volte con reciproca assistenza nel caso un gruppo fosse rimasto senza sostanza stupefacente, avendo quindi sempre a disposizione la droga per la vendita ad ogni ora del giorno, ma anche di notte.
Gli “ordini” agli spacciatori di Torino avvenivano in modo criptico e lo stupefacente spesso era acquistato in dosi, pronte per essere trasportate in bocca ed ingerite in caso di controlli. Si registrava nella realtà astigiana un preoccupante aumento di assunzione di sostanza stupefacente del tipo eroina, denominata “white”, una droga con “tagli” pericolosissimi, farmaci, anfetamine e anche sostanze velenose, assumibile con iniezione o per inalazione, ceduta a prezzi di mercato alquanto contenuti, circostanza dovuta al cambio di strategia degli spacciatori nigeriani e senegalesi presenti nelle città metropolitane come Torino, i quali riforniscono sia i clienti locali sia gli spacciatori pendolari delle province vicine come quella di Asti.
L’altissima percentuale di cessioni registrate, composte da eroina, cocaina o anfetamine, facevano presumere un’assunzione combinata delle sostanze da parte dei consumatori, meglio conosciuta come “Speedball” o “Powerball”, termini utilizzati per indicare una combinazione tra le menzionate sostanze droganti. Sono in corso ulteriori attività info-investigative finalizzate alla cattura dei soggetti non rintracciati. “Le indagini – ha detto il questore Alessandra Faranda Cordella – sono durate un anno. Sono state tracciate 30 mila cessioni di droga, per un totale di circa sette chili”. I poliziotti della squadra mobile, guidata da Loris Petrillo, hanno lavorato su 12mila ore di intercettazioni. IN ALTO IL VIDEO