Nella giornata del 4 marzo i finanzieri della compagnia di Aversa, con il supporto delle unità cinofile, durante uno dei quotidiani controlli antidroga nei depositi dei corrieri espressi presenti sul territorio, accedevano nel magazzino di un primario operatore del settore, situato a Teverola, dove i cani segnalavano la presenza di stupefacente.
Il riscontro della merce giacente permetteva, quindi, di individuare un involucro di plastica contenente 4 chilogrammi di marijuana occultati all’interno di un pacco che, dalla bolla di carico, risultava provenire da un comune salentino ed era diretto ad una inesistente impresa agricola della provincia di Napoli. Qualora la spedizione fosse stata ritirata e lo stupefacente immesso sul mercato illecito locale, lo stesso avrebbe fruttato almeno 40mila euro.
Il meccanismo di occultamento, ben noto alle forze dell’ordine, funziona proprio in questo modo: il mittente, nel tentativo di aggirare i controlli di polizia su strada, spedisce la sostanza stupefacente tramite regolare vettore commerciale ad un indirizzo diverso da quello del reale destinatario, di solito riconducibile a una società inesistente o ad un soggetto inconsapevole, per poi appropriarsi del pacco all’atto della consegna. Anche stavolta sarebbe andata probabilmente in questo modo se la sostanza stupefacente non fosse stata individuata dalle unità cinofile della Guardia di finanza per poi essere sequestrata e posta a disposizione della Procura di Napoli Nord.
Questa volta poi, l’immediata attivazione dei colleghi della Tenenza di Porto Cesario (Lecce) ha permesso di individuare il mittente della spedizione, un soggetto con precedenti di polizia specifici lì residente, a cui sono stati sequestrati ulteriori due etti di marijuana occultata presso il domicilio. Il fermato ha quindi collaborato con i finanzieri ammettendo di essere lui ad aver organizzato il traffico.