(di Salvatore Costanzo) – Un evento che non poteva non essere ricordato da chi, alle soglie del nuovo millennio, fu invitato ad allestire un’importante collettiva a Marcianise pensata in occasione del Grande Giubileo del 2000, oggi viene riproposto per ripercorrere un eloquente itinerario espressivo. Una rassegna preziosa dedicata a “Kaire Maria”, voluta da mons. Salvatore Foglia (1), curata dall’Arcidiocesi di Capua e dalla Diocesi di Caserta in collaborazione con i Comuni di Marcianise e Capodrise, dalla quale – a distanza di vent’anni – è possibile analizzare il momento fondante di quella temperie culturale, in un un’ottica più dilatata e sincronica, certamente con un più maturo significato interpretativo.
Raccontare l’esposizione che si tenne negli spazi sacri della Rettoria di San Carlo (e successivamente nel Palazzo dell’Arte a Capodrise), significa per me oggi cercare di ricostruire, attraverso il filtro della memoria, soprattutto puntuali messe a fuoco e proficui raffronti in ordine ai percorsi stilistici di 21 artisti, protagonisti e comprimari della provincia di Caserta. Tutto ebbe inizio attraverso un sistematico lavoro di conoscenza, a cominciare dal reperimento di precisi dati biografici sulle personalità artistiche proposte. Attraverso ricerche più recenti, indagai nei luoghi di origine e nelle produzioni dei rispettivi artefici, per mettere in chiaro le scelte di valutazione di questo o quell’autore. L’occasione fu unica per approfondire un singolare universo creativo, votato alla ricerca del raro, che poneva il problema delle delicate relazioni fra arte e religione, ma soprattutto chiamava gli artisti a testimoniare la propria esperienza per lo sviluppo dello spirito umano.
Alla straordinaria “macchina dimostrativa” di quella rassegna parteciparono Arturo Casanova, Mafonso, Battista Marello, Carlo De Lucia, Germaine Muller, Giovanni Tariello, Raffaele D’Anna; ed ancora, Peppe Ferraro, Antonello Tagliafierro, Salvatore Acconcia, Nicola Pascarella, Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, Mimmo Petrella, Enzo Toscano; infine Silvana Maglione, Andrea Martone, Mario Rossetti, Raffaele Salzillo, Gabriele Marino, Carmela Infante, Livio Marino Atellano. Tutti autori rappresentativi delle tendenze più aggiornate dell’arte casertana all’inizio nel nuovo secolo, pronti ad offrire testimonianze rivelatrici di un nuovo atteggiamento culturale.
La ricognizione proposta ai visitatori divenne così un’espressione tangibile di quel mondo affascinante e misterioso al quale appartenevano i più quotati artisti “di casa”, alcuni dei quali protagonisti di assoluto rilievo nelle vicende figurative campane, e più estesamente nella storiografia contemporanea delle collezioni nazionali. Le ventuno opere (pitture, sculture e installazioni), selezionate secondo criteri di pregio e valore qualitativo, furono impaginate con minuzioso e geometrico rigore, disposte in modo da essere esaminate singolarmente, riuscendo a dare un contributo di riflessione attraverso significativi “racconti visivi” (2). I loro autori presero ad interrogarsi sull’attualità del ruolo nodale di Maria (3), sul Mistero umano e divino che in essa si rivela; ruolo che, divenendo di meditazione critica, venne investito progressivamente di valenze concettuali nella “comunicazione visiva” della mostra, travalicando la mera funzione delle opere stesse.
(1) Giunge solo ora, a due anni dalla morte avvenuta il 13 marzo 2018, l’occasione di dedicare a don Salvatore Foglia un affettuoso e commosso pensiero. Uomo di profonda cultura, sacerdote integerrimo, raffinato e intellettuale, fu Referente della Diocesi di Capua per il progetto culturale CEI, Direttore dell’Ufficio catechistico diocesano e Direttore dell’Istituto di Scienze Religiose di Capua.
(2) Va ricordato che, in aggiunta all’allestimento della mostra, fu affidato a chi scrive la creazione di un catalogo illustrativo sull’attività degli artisti e sulle singole opere esposte. Il saggio, che vanta la Presentazione del noto teologo Bruno Forte e dell’intervento introduttivo di mons. Foglia, è arricchito dagli indirizzi di saluto del vescovo dell’Arcidiocesi di Capua, Bruno Schettino, del sindaco di Marcianise, Gianfranco Foglia, del sindaco di Capodrise, Anthony Acconcia. A completare l’opera i contributi critici di Giorgio Agnisola, Enzo Battarra, Carlo Roberto Sciascia e di chi scrive (cfr.: Salvatore Costanzo,‘a cura di’, Xe Maria, Pittori e scultori di Terra di Lavoro, Stampa Sud, Curti 2000, pp. 5-20).
(3) Non trovo migliore chiusura a questa breve nota che riportare i passi finali della lettera scritta in occasione della rassegna d’arte di Marcianise da Bruno Forte (oggi Arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, membro della Pontificia accademia di teologia e della Pontificia accademia mariana internazionale): “Più che mai opportuna è stata dunque la scelta del tema “Maria” per convocare artisti di storia e provenienza diverse a testimoniare la loro ricerca della bellezza quale via verso il Mistero che salva… Se si voleva favorire un rinnovato dialogo fra mondo artistico e Chiesa – raccogliendo l’appello appassionato di Giovanni Paolo II nella Sua recente “Lettera agli Artisti – non poteva essere più felice la scelta: e che la risposta sia stata pari all’attesa lo valuterà il giudizio di ciascuno e soprattutto l’esperienza che ognuno potrà fare di un sentirsi chiamato in modo rinnovato o nuovo a una più alta trasgressione verso il Mistero che libera e salva…” (cfr.:S. Costanzo, op. cit., pp. 8-9).