«Le ordinanze dei sindaci con le quali si riducono gli orari di apertura degli esercizi commerciali sono inefficaci perché contrarie al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte». «Le nostre ordinanze non limitano l’apertura dei negozi, ma dispongono solo una diversa organizzazione dell’orario di apertura». Botta e risposta tra il prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, e i sindaci dei comuni casertani di Casapesenna, Frignano, Casaluce, Teverola, San Marcellino, Cesa, Villa di Briano, Lusciano e Parete che hanno disposto orari diversi per le attività dei negozi che possono ancora avere i battenti aperti.
«Tra le varie questioni, – scrive il prefetto – è emersa quella della circolazione delle persone sul territorio nazionale, più volte riproposta a causa di estemporanee iniziative assunte a livello locale, senza essere suffragate da elementi di carattere tecnico-scientifico. É il caso di taluni provvedimenti adottati da alcuni Sindaci in forza dell’articolo 50 del Testo Unico delle leggi sull’Ordinamento degli enti locali. In tale materia è prevista un’apposita disposizione la quale stabilisce – articolo 35 D.L. numero 9/2020 – che a seguito dell’adozione delle misure statali di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19, non possono essere adottate e sono inefficaci le ordinanze sindacali contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza predetta in contrasto con le misure statali».
Partendo da queste considerazioni, e rifacendosi al potere di vigilanza prefettizio, Ruberto scrive: «Sono da ritenersi inefficaci le ordinanze sindacali in contrasto con la normativa nazionale, vieppiù allorquando esse comportano anche indirettamente criticità per la gestione dell’ordine pubblico». A sostegno ulteriore della propria decisione, il prefetto evidenzia «l’esigenza che i sindaci si attengano anche alle disposizioni impartite dal Presidente della Campania del 23 marzo scorso con cui si invitano i Comuni a non introdurre limitazioni degli orari di apertura dei negozi di vendita al dettaglio di alimenti e di altri beni di prima necessità e, ove introdotti, a revocare vincoli o limiti orari, al fine di garantire ai cittadini di accedere con continuità ai detti servizi essenziali e di evitare file nei pressi e all’interno degli esercizi commerciali». Per il rappresentante del Governo, la riduzione degli orari e dei giorni di apertura degli esercizi per la vendita di generi di prima necessità, non essendo generalizzata sull’intero territorio nazionale e regionale, indurrebbe i cittadini a recarsi nei comuni dove gli orari di apertura non sono stati ridotti.
I primi cittadini, da parte loro, evidenziano: «Le ordinanze da noi disposte sulla limitazione degli orari di apertura dei negozi altro non sono che un diverso adeguamento ed una migliore organizzazione dell’orario di lavoro. Tali misure, apertura continuata dalle 8 alle 18, sono state assunte in quanto, nonostante le limitazioni e il divieto degli assembramenti si è notato che nelle ore serali e la domenica persistevano fenomeni di assembramento nei pressi dei negozi, non collegati ad esigenze di necessità di approvvigionamento. Al riguardo si fa rilevare che le stesse sono state disposte esclusivamente a tutela della salute dei cittadini, ricadendo sui noi Sindaci, responsabili della salute pubblica, tale delicato compito». I sindaci assicurano anche che sui propri territori non vi sono fenomeni di affollamento all’esterno dei negozi di generi alimentari: «Sarà, nostra premura in contemporanea alla chiusura dei negozi predisporre adeguati controlli affinché i cittadini non escano dal territorio comunale, con pattugliamenti delle forze dell’ordine».