CASERTA. Bisogna restituire alla Provincia di Caserta la sua vocazione originaria che è quella di Terra di Lavoro, non certo di Terra dei Fuochi.
Lo ha detto Gianluigi Traettino, presidente Sezione Costruttori di Confindustria Caserta, durante lincontro a San Leucio, promosso dalla Feneal Uil, sulle grandi opere bloccate nel Casertano.
La provincia di Caserta, ha aggiunto Traettino nonostante la terribile crisi di questi anni, resta una delle provincie a maggiore vocazione industriale del Sud, in cui il comparto delle costruzioni ha sempre giocato un ruolo fondamentale, in termini sia di presenze di imprese, che di occupazione e, dunque, di Pil (il comparto contribuisce ancora oggi al determinazione del Pil provinciale nella misura del 22%). Un ruolo che può e deve continuare a svolgere, perché se si rimette in moto ledilizia, si rimette in moto tutta leconomia.
Rilanciare il comparto aggiunge il presidente dei costruttori casertani che negli ultimi cinque anni, ricordo, ha perso oltre mille imprese con un carico di oltre 8mila addetti, con una diminuzione della massa salari da cento milioni di euro a 50 milioni), è non soltanto importante, ma addirittura strategico per leconomia provinciale. Politiche adeguate in favore del comparto, se realizzate, avranno il pregio peraltro di dare risposte pressoché immediate in termini di reddito e di occupazione. Si pensi, a mero titolo di esempio, che soltanto accelerando i programmi di lavori pubblici già finanziati dagli enti locali, in primis dalla Regione, significa assicurare un volano moltiplicatore ad una massa di oltre un miliardo di euro.
Gli imprenditori chiedono, pertanto, pochi ma importanti interventi alla politica: Certezza del diritto, accesso al credito, accelerazione dei lavori pubblici (molti dei quali fermi al palo per eccesso di burocrazia), sviluppo dei programmi di edilizia residenziale, alleggerimento del peso fiscale sul comparto.
In rapporto a questultima voce, Traettino ha ricordato che sulla casa, con la Trise, si passerà da una tassazione che pesa attualmente per il 19% al 72%. E assurdo. Oggi il ruolo della politica non è mettere freni allimpresa ha concluso ma assicurarsi lesigibilità etica ed economica delle proposte di quegli imprenditori che sono ancora disposti a rischiare e a investire nel nostro territorio.