Caserta. Uno schiaffo alla città, l’ennesimo, da parte di una Amministrazione che, di fatto, non esiste più da tempo, ed ogni giorno che passa non si riesce a capire cosa trattenga il Sindaco ed i suoi sodali dal dichiararsi sconfitti, fare le valigie ed abbandonare Palazzo Castropignano.
Invece, si resta qui, con un Consiglio Comunale ormai impossibilitato ad esercitare le sue funzioni, laddove anche quando ci si appresta a discutere di questioni fondamentali e cruciali come quelle legate all’emergenza terra dei fuochi, rimane stritolato tra le beghe (cosiddette) politiche, e si torna tutti a casa mesti ed increduli, per mancanza del numero legale.
Una seduta annunciata in pompa magna dal Sindaco, consiglio comunale aperto prontamente smentito dal Presidente del Consiglio che si è affrettato a precisare che tale tipo di seduta non è prevista dal nostro Statuto Comunale: la confusione era già tanta prima di stamattina, alimentata da ben tre (!) conferenze dei capigruppo per trovare la famosa quadra sui nomi da indicare per la Commissione Pari Opportunità, vero nodo della questione, come se da questa (seppur importante, ci mancherebbe) commissione dipendesse la vita o la morte della città di Caserta. Chiediamo con garbo, ma con decisione, a Del Gaudio di prendere atto dello sgretolamento di una coalizione costruita per vincere, ma non per governare: lo dicono i fatti, ormai, e non da oggi.
Ma prima di andar via, cerchiamo almeno di mettere una toppa sulla figuraccia di stamattina: se davvero Caserta ed il suo Consiglio Comunale vogliono provare ad incidere sul testo di conversione in Legge del Decreto Terra dei Fuochi, allora bisogna fare presto, e tornare in aula quanto prima, giacché il Parlamento non sta certo fermo ad aspettarci ed il Decreto va convertito entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione, ossia l’otto di febbraio. Grottesche, quindi, le voci secondo le quali si intenderebbe tornare in Consiglio a discutere dello stesso ordine del giorno (Integrazioni e modifiche nel testo del D.L. 10/12/2013 n. 136) il cinque febbraio.
Il gruppo di Speranza per Caserta, che per inciso stamattina era presente ed ha risposto all’appello anteponendo il senso di responsabilità alle bieche logiche politiche, ha quindi indirizzato una precisa istanza al Presidente Iarrobino, chiedendo che il Consiglio Comunale sia convocato nel più breve tempo possibile, anche in orario pomeridiano, serale o in data prefestiva, per discutere con urgenza e deliberare almeno sui punti all’ordine del giorno che mirano ad incidere sul testo definitivo del decreto Terra dei Fuochi.
In alternativa, proveremo a veicolare il nostro contributo attraverso altri canali, perché come avevamo evidenziato negli emendamenti preparati per la seduta di stamattina, non vogliamo l’Esercito a presidiare il territorio, non vogliamo che si acceleri alcun iter per la realizzazione di impianti, non vogliamo che i Comuni gestiscano in proprio le attività di perimetrazione ed analisi dei terreni (perchè due terreni attigui, ricadenti in Comuni diversi, non possono essere valutati da enti diversi: bisogna tener conto delle falde e dei percorsi dei canali di irrigazione!), vogliamo che si investa sì in cure, ma anche e soprattutto in prevenzione. Insomma, non vogliamo che la parola emergenza sia sinonimo ancora una volta di gestioni scellerate a vantaggio di pochi ed a danno di tutti.
Speranza per Caserta