C’è anche quello di Sergio De Gregorio, ex senatore del Pdl, tra i nomi delle 9 persone arrestate nella mattinata del 3 giungo dai poliziotti della Squadra Mobile nell’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Roma, che riguarda i reati di estorsione a proprietari dei locali del centro di Roma, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro. Gli indagati sono ritenuti, a vario titolo e in concorso tra loro, responsabili di estorsione aggravata a due locali di Roma, autoriciclaggio e riciclaggio. In carcere sono stati portati De Gregorio, 60 anni, ex senatore della Repubblica italiana; Pietro Schena, 43enne di Fasano (Brindisi); Antonio Fracella, 42enne leccese, ex appartenente alla Marina Militare; Vito Frascella, 41 anni, di Taranto, ex appartenente alla Marina Militare; Giuseppina De Iudicibus, 56 anni, di Napoli; Michela Miorelli, 44 anni, di Rovereto, pregiudicata per reati tributari, truffa e bancarotta fraudolenta. Arresti domiciliari per Vito Meliota, 38enne di Conversano (Bari), e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Michelina Vitucci, 44enne barese. Irreperibile e attivamente ricercato Corrado Di Stefano, 68enne romano, già da tempo all’estero, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Le attività di indagine, condotte dalla Prima Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma, coordinate dai Magistrati della Direzione distrettuale Antimafia si sono protratte per circa due anni ed hanno consentito di delineare il coinvolgimento degli indagati – il cui punto di riferimento è l’ex senatore De Gregorio, attorno al quale ruotano le dinamiche criminali del gruppo – nelle vicende estorsive in danno di due bar della Capitale e nel reimpiego di oltre 470mila euro all’interno di società a loro facenti capo. Nell’aprile 2016, infatti, il gestore del bar ‘Enjoy’ di via Chiana, denuncia una patita estorsione di 80.000 euro. I riscontri effettuati mediante le intercettazioni telefoniche ed ambientali, la visione delle telecamere di videosorveglianza e le dichiarazioni rese dalle parti, hanno consentito di ricostruire la dinamica dell’estorsione, posta in essere attraverso una serie di minacce, tra cui quella di far apporre i sigilli al locale.
È lo Schena, braccio destro del De Gregorio, ad inviare presso il bar Enjoy il Frascella e il Fracella, all’epoca militari in servizio nella Marina Militare italiana, per esigere dal gestore la restituzione di 80mila mila euro, asseritamente dovuti al Di Stefano da una terza persona. Sul posto è presente anche il De Gregorio, che, preoccupato del possibile coinvolgimento nell’indagine per l’estorsione, si preoccupa di ideare una strategia difensiva e consiglia al Di Stefano di sporgere querela nei confronti del gestore del bar di Via Chiana, per la sottrazione degli 80mila euro. Pochi giorni dopo l’estorsione, peraltro, la medesima somma viene investita dal Di Stefano nelle società Italia Global Service srl e Apron srl, gestite occultamente dal De Gregorio, dallo Schena e dal Frascella. L’estorsione e il successivo autoriciclaggio del profitto da essa derivante vengono mascherate, sempre su consiglio del De Gregorio, attraverso il riconoscimento al Di Stefano di una quota societaria dell’Italia Global Service srl, all’interno della quale possiede una quota anche la Pianeta Italia srl (nella cui compagine societaria risultano Vitucci Michelina, moglie del Frascella e la figlia dello Schena). Nelle intenzioni degli indagati, infatti, si cerca di far apparire l’estorsione come un semplice tentativo di aiutare il socio Di Stefano a recuperare un credito.
L’estorsione nei confronti del bar ‘Surma’ di via Flavia, invece, ha inizio dalla cessione da parte del Meliota Vito della licenza del predetto bar, con la contestuale sottoscrizione di una clausola risolutiva espressa che gli consente di recuperare tale licenza in caso di inadempimento dell’acquirente. Ed è a seguito del mancato versamento di alcune rate che il Meliota, supportato dallo Schena che ha interesse a subentrare nell’affare anche per conto del De Gregorio, inizia a minacciare il gestore del ‘Surma’ per riottenere la licenza. È lo stesso gestore, nelle dichiarazioni rese, a tratteggiare le minacce ricevute: “Vito e’ venuto da me e mi ha minacciato e in una circostanza addirittura mi ha aspettato sotto casa”(…) “per pochi giorni ho deciso di chiudere il locale e dopo una settimana sono tornato e ho trovato una catena chiusa con un lucchetto (…) ho consultato gli altri soci ma abbiamo capito che era meglio evitare altre ripercussioni ed andare via mollando tutto(…). In diverse occasioni, infatti, sia Vito che alcuni suoi amici mi avevano consigliato di lasciare il locale e andare via’. Nel gennaio 2017 e dopo aver sottoscritto, dietro minaccia del Meliota e a condizioni assolutamente svantaggiose, un mandato di mediazione per la vendita della licenza del bar, il gestore del ‘Surma’ lascia definitivamente il locale.
La licenza viene poi monetizzata dal Meliota, attraverso la vendita alla neo costituita società Pianeta Italia Food srl, riconducibile sia al Meliota che al De Gregorio, che anche in questo caso è a conoscenza di tutta la vicenda e si adopera per gestire le questioni pratiche legate alla costituzione della società e alla intestazione delle quote. Le attività di indagine e in particolare gli accertamenti bancari sulle varie società facenti capo direttamente o indirettamente agli indagati, hanno consentito di risalire all’ingente flusso di denaro transitato sui conti correnti delle stesse e quindi ricostruire le contestate operazioni di autoriciclaggio e riciclaggio. Tra le società coinvolte, vi è anche la Italia Comunicazione srl che gestisce il magazine online Pianeta Italia News, “periodico di attualità, politica, cultura e sport” all’epoca dei fatti diretto da Maria Palma, moglie di Sergio De Gregorio. Figura chiave nelle operazioni di autoriciclaggio e successivo riciclaggio è quella di Michela Miorelli, commercialista con affari a Milano che, nella primavera del 2016, entra in contatto con De Gregorio e gli altri sodali.
È dai conti della Miorelli, infatti, che tra maggio e novembre 2016 partono senza alcuna reale causale oltre 390 mila euro – provento dei reati tributari, di truffa e bancarotta fraudolenta per i quali viene indagata e poi condannata dal Tribunale di Milano nel 2019 – e finiscono sui conti correnti intestati alle società Pianeta Italia srl e Ittica Italiana srl, riconducibili al gruppo criminale. Le quote risultano cosi’ distribuite: 25% alla Italia Global Service srl, rappresentata dalla De Iudicibus; 25% alla Pianeta Italia srl, rappresentata dalla Michelina Vitucci (moglie di Frascella); 50% alla Magiste srls, rappresentata da Ilir Pemaj, prestanome di Meliota. Il 16 maggio 2018 la societa’ Pianeta Italia Food cambia denominazione in Pianeta car srl e cede l’attivita’ commerciale del bar ‘Surma’ alla Mama Food srl, costituita da Carmen Succurro, moglie del Meliota. Nel dicembre 2016, pero’, la perquisizione eseguita presso l’ufficio della Miorelli all’interno di uno studio legale romano, mette in allarme l’ex senatore che, per timore di esser coinvolto direttamente o indirettamente nell’indagine milanese, si preoccupa quindi di cercare una linea difensiva che possa giustificare le interazioni economiche con la Miorelli, raccomandando ai sodali di eliminare ogni traccia e contatto che potesse portare alla stessa e suggerendo anche cosa dichiarare in caso di accertamenti.
I timori nei confronti dell’indagine milanese emergono chiaramente dalle conversazioni telefoniche tra gli indagati, nelle quali il De Gregorio insiste sul pericolo derivante da una analisi approfondita dei flussi finanziari da parte della Guardia di Finanza e sulla conseguente contestazione del riciclaggio alle persone fisiche e non solo alle società. Le preoccupazioni dell’ex senatore sono legate infatti alle operazioni di riciclaggio compiute a partire dal maggio 2016 e attraverso le quali vengono reimpiegate – con il solo fine di ostacolare l’identificazione della provenienza dai conti della Miorelli e garantirsi vantaggi personali – le somme versate da questa sui conti correnti della Pianeta Italia srl e della Ittica Italiana srl, riconducibili agli indagati. In particolare, gli accertamenti bancari hanno consentito di individuare le seguenti operazioni di seguito elencate: – la Miorelli effettua due bonifici per un totale di 195.200 euro su un conto corrente intestato alla Pianeta Italia srl. La Pianeta Italia srl emette quindi un assegno circolare per l’importo di 66.200 euro in favore della neo costituita Italia Global Service srl e dispone un bonifico di 48.800 euro in favore della Apron srl, occultamente gestita dal De Gregorio. – la Miorelli effettua un bonifico di 70mila euro in favore della societa’ Pianeta italia srl, la quale successivamente trasferisce circa 41mila euro alla Italia Global Service. Di questi, 13.500 vengono prelevati in contanti, 3mila vengono utilizzati per pagare biglietti aerei e 5mila vengono impiegati per pagare una fattura a Italia Comunicazione srl, altra società controllata dal De Gregorio. – la Miorelli effettua un bonifico con causale fittizia su un conto corrente intestato alla Pianeta Italia srl. Di questi, circa 29mila euro vengono impiegati quali giro fondi a favore di Pianeta Italia, 5mila euro per un bonifico a favore della Italia Global Service srl e 1.000 per la ricarica di una carta intestata alla Vitucci. – la Miorelli effettua due bonifici in favore della Pianeta Italia srl per un totale di 80.000 euro, cui seguono una serie di attività tra le quali un bonifico a Italia Comunicazione srl, l’emissione di una serie di assegni circolari e un bonifico in favore di Merigrazia Ponte, compagna dello Schena. – la Miorelli effettua 6 bonifici, per un totale di 35.500 euro su un conto corrente intestato alla Ittica Italiana srl, appositamente acceso per farvi confluire tali somme e ostacolare pertanto l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
Per giustificare il flusso di denaro, anche in questo caso De Gregorio elabora una articolata strategia difensiva, emersa dalle intercettazioni telefoniche, con la De Iudicibus, amministratore unico della società Ittica Italiana. L’ex senatore, infatti, suggerisce una versione dei fatti che vede la Miorelli interessata all’apertura in Portogallo di un allevamento di pesce attraverso la società Ittica Italiana, per la quale si sarebbe avvalsa della sua consulenza e di quella dello Schena. Le somme, dunque, secondo la versione creata ad arte dal De Gregorio, sarebbero servite per le spese e i viaggi in Portogallo effettuati per verificare la fattibilità dell’affare, che poi sarebbe saltato. Contestualmente all’esecuzione delle ordinanze restrittive della libertà personale, è stata data esecuzione al decreto di sequestro preventivo delle quote sociali, dei conti correnti e del complesso aziendale dei beni facenti parti del patrimonio aziendale delle società Apron srl, Italia Global Service srl, Pianeta Italia srl, Italia Comunicazione srl e Ittica Italiana srl, nonché il sequestro per equivalente di 470.700 euro.