Piazza Armerina, furbetti del cartellino: nei guai 28 dipendenti pubblici

di Redazione

28 dipendenti pubblici di Piazza Armerina, in provincia di Enna, sono stati raggiunti da misure cautelari per truffa aggravata, peculato ed irregolare attestazione delle prestazioni lavorative, nell’ambito di un’indagine sull’assenteismo condotta dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Enna, nelle persone del procuratore capo Massimo Palmeri e del sostituto Salvatore Interlandi, e culminata nell’operazione ribattezzata “Torno Subito”.

Le indagini, durate diversi mesi, hanno messo in luce un sistematico e diffuso meccanismo in virtù del quale un elevato numero di dipendenti del Comune di Piazza Armerina, pur risultando in servizio, anche attraverso colleghi compiacenti che provvedevano, per loro conto, ad effettuare la registrazione in modo artificioso ed illegale, in realtà si allontanava dal luogo di lavoro per finalità private e senza un adeguato titolo giustificativo. Tali condotte sono state in particolar modo registrate nella giornata del giovedì, in occasione del mercato settimanale cittadino, quando molti dipendenti si allontanavano dal luogo di lavoro per effettuare incombenze personali, senza tuttavia provvedere a registrare le assenze dal lavoro.

Specifiche ipotesi di reato riguardano, invece, i dipendenti in servizio all’Ufficio tecnico comunale che, senza alcuna ragione d’istituto, utilizzavano le autovetture del Comune per scopi privati arrecando, in tal senso, un ulteriore danno economico all’Ente locale. Le attività investigative, sviluppatesi, in origine, attraverso l’installazione di alcune telecamere presso le varie sedi comunali e – successivamente – tramite accertamenti su ordini di servizio e sulle registrazione delle presenze, oltre che su specifici pedinamenti, hanno permesso di segnalare alla Procura della Repubblica 69 soggetti, di cui 54 dipendenti comunali su 164 in forza all’Ente e 14 impiegati nei cantieri di servizio che, a vario titolo e con profili di responsabilità di eterogenea entità, sono venuti meno ai propri obblighi d’ufficio. Tra questi, 13 sono stati destinatari della misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per la durata di mesi 6 ed ulteriori 5 dell’obbligo di firma quotidiano presso la Polizia Giudiziaria nelle fasi immediatamente antecedenti all’avvio e alla conclusione della giornata lavorativa.

Le indagini hanno consentito di far emergere un collaudato meccanismo volto a frodare l’accertamento dell’effettiva presenza in servizio dei lavoratori dell’Ente Locale: in un caso, addirittura, è stato verificato che la presenza in servizio di una dipendente del Comune veniva reiteratamente attestata grazie al concorso di un privato che provvedeva a registrare, per conto della dipendente, la presenza in servizio di quest’ultima utilizzando il suo badge personale. Oltre ai provvedimenti di natura giudiziaria, sono state segnalate al Comune di Piazza Armerina le posizioni di ciascuno dei responsabili, al fine di ottenerne il recupero delle somme indebitamente percepite durante le ore di assenza. IN ALTO IL VIDEO

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