Vasta operazione denominata “Affari di Famiglia”, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, che ha svelato la penetrazione della camorra nel tessuto economico di Roma e del Nord Italia. Militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e agenti della Squadra mobile di Roma stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma nei confronti di 28 esponenti della famiglia Senese, ritenuti responsabili di estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso agevolando la galassia criminale della camorra campana. Contestualmente viene data esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo di beni e aziende per circa 15 milioni di euro. Impegnati circa 200 tra finanzieri e poliziotti, con l’esecuzione anche di perquisizioni, nelle province di Roma, Napoli, Verona, Frosinone, L’Aquila.
In particolare, sono stati eseguiti 22 arresti. 16 le misure cautelari in carcere, 6 le misure degli arresti domiciliari. Le accuse, a vario titolo, sono di estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso agevolando la galassia criminale della camorra campana che, dalla terra di origine, si è delocalizzata, a partire dagli anni Ottanta, anche nel Lazio e in altre regioni italiane.
‘PIZZINI’ NELLE SCARPE, COSÌ SENESE GESTIVA AFFARI DAL CARCERE – Nell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Ilaria Calò e portata avanti dalla Squadra Mobile di Roma e dalla Guardia di finanza, che ha portato a 28 misure cautelari nei confronti di membri del clan Senese, emerge come la famiglia abbia costituito un sistema criminale organico, strutturato e collaudato. Un meccanismo che ha potuto contare innanzitutto sul ruolo di Michele Senese, detto O’ Pazz’, il quale, anche durante il periodo di detenzione, ha continuato a coordinare e gestire le attività illecite della famiglia stabilendo la strategia criminale, mediante i messaggi criptici, una sorta di ‘pizzini’, trasmessi ai familiari autorizzati a presenziare ai colloqui, in particolare il figlio (Vincenzo Senese, classe ’77) e la moglie (Raffaela Gaglione, classe ’59). In almeno due occasioni, il detenuto si è scambiato con il figlio, senza farsi notare dal personale di vigilanza, le calzature rispettivamente indossate.
FIGLIO BOSS TROVATO IN LUSSUOSO RESORT DEL SALENTO – Vincenzo Senese, primogenito di Michele Senese detto Michele ‘O’ Pazz’, è stato arrestato nelle scorse ore in un resort di lusso a Marina di Ugento, nel Salento. Il figlio di Senese, 43 anni, si trovava in una struttura da 5mila euro a settimana. Vincenzo Senese, che secondo gli inquirenti ‘curava’ gli interessi della famiglia a Roma e non solo, secondo quanto riferito dagli investigatori era solito spendere migliaia di euro a settimana in strutture stellate e ristoranti dove non pagava forte del cognome della famiglia.