Compagnone: “Basta voci di piazza”

di Redazione

Salvatore CompagnoneSANT’ARPINO. Poco più di 20 giorni fa mi vedevo costretto ad indirizzare una lettera al candidato alla carica di sindaco di Sant’Arpino designato dalla compagine Libera@Democratica, Francesco Capone, per fare chiarezza su “voci di piazza” …

… che, ahimè, mi riguardavano e che, evidentemente, erano state messe in giro ad arte dai soliti detrattori di mestiere.

Sta di fatto che la mia lettera sia stata recapitata in forma strettamente riservata. Sta di fatto che la mia lettera non ha ricevuto alcun tipo di riscontro (né in forma scritta né in forma verbale, né di smentita né di conferma a tali spregevoli dicerie). Sta di fatto che in queste ore mi risulta che la mia lettera abbia fatto il giro di diversi bar del paese, alimentando la fantasia di qualche beone di turno.

Tali fatti mi inducono perciò a rendere pubblico – in modo “ufficiale” (e, a questo punto, per tutti) – il contenuto autentico ed integrale di una lettera che avrei volentieri lasciato alla sfera privata:

“Caro Francesco,

mi accingo a scrivere le poche righe che vorrai usarmi la gentilezza di leggere (e di tenere sotto stretto riserbo) per farti partecipe di una assurda e paradossale circostanza: più persone, in questi ultimi giorni, hanno voluto avvicinarmi, e tuttora mi avvicinano, affermando che all’interno di volantini politici della compagine Libera@Democratica vi sarebbero dei riferimenti alla mia persona, che si spingerebbero al punto di definirmi “compagno di merenda”, “regista occulto”, “mente malata”, ecc., ecc.

Delle due l’una: o non è vero quanto dicono, e allora ritieniti libero di cestinare da subito la presente, o è vero quanto dicono e allora consentimi di rivolgerti alcune considerazioni.

Ti premetto che, francamente, mi rifiuto, ancora oggi mentre scrivo la presente, di pensare (o anche solo di sospettare) che i riferimenti in questione siano effettivamente diretti proprio alla mia persona, anche perché avrei difficoltà a relazionarli con qualche mia azione che li abbia potuti originare.

E’ pur vero che negli ultimi anni (tranne che dei delitti di Cogne e di via Poma) sono stato accusato un po’ di tutto:di essermi “venduto” l’ormai famigerata gara dei tributi anno 2003 (per la qual cosa ho sporto querela); di aver abbandonato arbitrariamente il posto di lavoro (per la qual cosa ho sporto querela); di aver scritto, per conto a su commissione di una “parte politica”, un volantino diffamatorio nei confronti del mio amico Roberto Iavarone (per la qual cosa ho sporto querela).
Ancora oggi, tanto per dirne un’altra, gira per il paese la voce (fatta circolare ad arte da novelli untori – che potrei tranquillamente catalogare come “diffamatori di mestiere” – ed alimentata quotidianamente da “indegni pseudo-amici di famiglia”), secondo cui il marito di mia sorella, tale Coppola Antonio, sarebbe stato assunto dalla ditta Iap Srl (attuale affidataria del servizio di riscossione dei tributi comunali) grazie ad un mio coinvolgimento anche in tale ultima gara (2012). Ebbene, non ho mai fatto parte della commissione di gara (il cui presidente era il ragionier Gennaro Petito), non mi sono mai occupato di un solo rigo degli atti di gara e, soprattutto, mi consta che Coppola Antonio continui ancora oggi, ogni mattina, a salire sulle impalcature per potersi garantire qualche euro nelle tasche.

Mi rendo conto di non poter competere con la “malafede”, con il “bieco pregiudizio” e con la “gratuita diffamazione”, consapevole, come sono, di essere diventato per alcuni (fortunatamente pochi e stupidi) un vero catalizzatore di odio.

Ma io, caro Francesco, non so odiare, ed è questa una delle ragioni che mi tengono debitamente lontano (anche fisicamente) dagli ambienti cosiddetti politici. Mi riesce molto meglio amare. Amo la mia famiglia, i miei figli, amo il mio lavoro, amo leggere e aggiornarmi, amo migliorarmi. Ed è sempre per amore, questa volta per amore della verità, che consegno alla presente lettera alcune mie personali considerazioni e riflessioni, non potendo farlo al cospetto di chi vilmente nasconde la propria faccia dietro un foglio di carta, rivolgendomi accuse inaccettabili e infamanti, frutto di pure farneticanti allucinazioni.

Sono certo che mentre scorrevi le prime righe di questa mia dissertazione, Ti sarai più volte chiesto per quale motivo sto rivolgendo proprio a Te questi miei pensieri. Per tre ordini di ragioni: perché evidentemente ignoro chi siano l’“estensore” e il “pensatore” di siffatte affermazioni, e onestamente neanche mi interessa saperlo;perché so che Tu sei il leader della formazione Libera@Democratica (sulle cui pagine stampate si leggono certe affermazioni) e quindi, oggettivamente, sei il mio unico e più ovvio riferimento; perché non avrei altri interlocutori, al di fuori di Te, cui rivolgermi senza correre il rischio di incorrere in pregiudizi nutriti solo da odio personale.

E’ bene allora che Tu sappia che io non c’entro assolutamente nulla con l’acceso confronto politico in atto a S.Arpino e men che meno con tutte le beghe, le invettive, i dissapori, le accuse reciproche lanciate anche a mezzo stampa-volantini. C’entro nella sola misura in cui qualcuno mi vuole vedere a tutti i costi coinvolto (come forse sta succedendo), ma anche in questo caso mi guardo bene dal cadere in tentazioni e ancor di più nelle provocazioni. Ed anzi, se mi posso permettere, provo – come cittadino – profonda repulsione per tutte quelle affermazioni che si sentono e si leggono in giro per il paese (talvolta anche in forma anonima), indirizzate a una parte come all’altra, che attengono alla sfera prettamente personale dei singoli e che non esito a definire squallide, volgari, inqualificabili, degne solo di chi le partorisce. Esse nulla hanno a che vedere con gli interessi della gente né con l’arte della politica. Di certo nulla hanno a che vedere con la mia persona, abituato come sono (consentimi anche questo) ad usare la penna in ben altro modo e per ben altre e più nobili ragioni.

Chi pensa male di me sta solo perdendo tempo o, se vogliamo, sta colmando un vuoto nella sua – evidentemente – inutile esistenza. Chi pensa di rivolgersi a me con messaggi neanche tanto criptati sta solo combattendo contro il mio fantasma e mai riuscirà a trascinarmi in una querelle che non mi riguarda e non mi appartiene. Al di là e al di fuori delle vicende politiche locali che, ripeto, non mi appartengono, io sono abituato a confrontarmi solo su fatti reali e con persone vere. Le basse insinuazioni e i patetici vaneggiamenti li lascio a chi ha tempo da perdere o vuoti da colmare.

Se sei arrivato a leggere queste ultime righe, non posso che ringraziarti per il tempo e l’attenzione che hai saputo dedicarmi e congedarmi con l’augurio di un futuro degno di ogni tua legittima aspirazione.

Sant’Arpino, 26.10.2012

Fin qui il contenuto di una missiva che, tra “uomini”, sarebbe certamente rimasta riservata, e che oggi viene aperta a tutti i lettori di Pupia e ai cittadini di S.Arpino. Resta tuttavia l’amarezza per il modo in cui ciò è dovuto avvenire (Protagora direbbe che “ogni uomo è misura delle sue cose”) e con essa la consapevolezza di non volere (e neanche dovere) convincere nessuno della mia indubbia estraneità alle vicende santarpinesi cosiddette “politiche”.

Ci sono cose, infatti, che nella vita bisogna fare “a prescindere”, non solo e non tanto perché si speri di raggiungere un determinato obiettivo o catturare la sensibilità di qualcuno, ma più semplicemente per una forma di rispetto per la verità, per se stessi, e per la propria persona, specie quando la propria persona è bersaglio di false insinuazioni e subdole maldicenze, degne della più infima miseria umana.

E’ chiaro allora che non ritornerò più su queste vicende, se non nelle opportune sedi giudiziarie, così come ho già fatto in passato, certo come sono di non avere altri mezzi per contrastare impostori, calunniatori e diffamatori di mestiere; e neanche coloro che oramai si nutrono quotidianamente di solo “pane e odio”. Ad impossibilia nemo tenetur!
Avv. Salvatore Compagnone
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