CASTEL VOLTURNO. Erano in tanti, oggi a Castel Volturno (Caserta), a dire no alla ‘criminalizzazione’ nei loro confronti e al razzismo.
Una conferenza stampa, svoltasi presso l”American Palace’, a cui hanno partecipato alcuni parenti delle vittime, amici e connazionali dei sei immigrati massacrati lo scorso giovedì 18. Un incontro organizzato non solo per ricordare gli africani uccisi, ma anche per chiedere “verità e giustizia” e per raccontare la realtà quotidiana di migliaia di immigrati che vivono a Castel Volturno e sul litorale domizio. Una realtà fatta anche di pullman che, a volte, non si fermano se in attesa ci sono solo africani, di sveglie alle 5 del mattino per andare sulle rotonde ad attendere i caporali, del lavoro duro e dello sfruttamento compiuto non solo nei campi, ma anche nelle ditte edili. E ancora per raccontare episodi di violenza e di indifferenza mostrata spesso dai cittadini del luogo. Gli extracomunitari hanno mostrato ai giornalisti le case in cui sono costretti a vivere: anche dieci in tre stanze per un costo di 500 euro al mese completamente inospitali e prive di qualsiasi elemento di decenza, ma hanno anche chiesto più diritti di cittadinanza, a partire dal permesso di soggiorno. Gli immigrati bollano l’attuale normativa sull’immigrazione e chiedono che i 400 uomini in più delle forze dell’ordine che saranno mandati nel Casertano aiutino non solo a scoprire “mandanti e autori” della strage di giovedì e a sconfiggere la camorra, ma anche a favorire l’integrazione con gli italiani senza ridurre il provvedimento in una “caccia al clandestino”. “Vogliamo che siano le indagini a individuare il motivo per cui i nostri connazionali sono stati uccisi – dicono – non spetta a noi farlo. Noi sappiamo soltanto che loro avevano, come noi, i calli alle mani e che tutti i giorni erano in strada per lavorare”. Intanto, le associazioni del territorio che difendono gli immigrati hanno annunciato tre giorni di manifestazioni, a Caserta, i prossimi 4, 5 e 6 ottobre “contro il razzismo, per i diritti di cittadinanza, contro la prevaricazione della camorra e di tutti quelli che sfruttano la condizione di subalternità giuridica e sociale in cui vivono gli immigrati”.