CASTEL VOLTURNO. Quasi tre settimane dopo leccidio della sartoria, le sei vittime della strage camorristica si trovano ancora allistituto di medicina legale di Caserta. Nel frattempo Castelvolturno è stata militarizzata.
I presunti killer dellagguato (almeno parte di loro) sono stati arrestati. Ma per i corpi dei sei ghanesi ancora non cè pace. Venti giorni dopo quel maledetto 18 settembre mancano addirittura ancora la data certa dei funerali e il luogo dove questi saranno celebrati. In Italia non vive alcun parente delle sei vittime, ma i connazionali della Domiziana hanno ancora una volta espresso alla propria ambasciata il desiderio di celebrare i riti funebri a Castelvolturno: in una chiesa pentecostale nei pressi della clinica Pinetragrande i funerali dei due cattolici; in una moschea a Varcaturo, invece, quelli per le quattro vittime di fede islamica. Eppure, i diplomatici del Paese africano continuano a ritenere non praticabile lidea del doppio funerale. Con molta probabilità le sei salme saranno trasferite direttamente dallobitorio di Caserta allaeroporto per limbarco verso il Ghana. Mancherebbe a questo punto solo la data certa. Ieri mattina era previsto un incontro al Comune di Castelvolturno fra il primo cittadino e il plenipotenziario dellambasciata del Ghana, Jonathan Bartles. Ma, il corteo non autorizzato organizzato da alcuni commercianti di Castelvolturno contro limmigrazione clandestina, ha fatto saltare lappuntamento. In ogni caso, ha fatto sapere il sindaco Francesco Nuzzo, ci sarebbe stato poco da chiarire con i responsabili dellambasciata del Ghana: «Al Comune siamo in attesa che giungano i cinquantamila euro impegnati dalla Regione Campania per il rimpatrio delle salme. E quando questi fondi arriveranno li gireremo allente che la stessa Regione ci indicherà». Intanto, gli immigrati ghanesi della Domiziana iniziano a palesare la loro insofferenza per questa lunga attesa. Qualcuno, addirittura inizia a sospettare anche che sullorganizzazione dei funerali siano iniziate delle vere e proprie speculazioni. «Ma più che la sorte delle salme dei nostri fratelli – ha detto Cristopher – limmigrato liberiano che viveva con una delle sei vittime, adesso ci preoccupa il futuro dei loro parenti rimasti soli in Ghana». Lassessorato agli affari sociali del Comune di Castelvolturno ha ribadito che sta promuovendo un progetto per permettere il sostegno della moglie e dei due figli di una delle vittime della sartoria (lextracomunitario che il mercoledì seguente alla strage sarebbe dovuto andare a lavorare nelle campagne gestite dalla cooperativa Icaro).
Il Mattino (VINCENZO AMMALIATO)