CASTEL VOLTURNO. «È una vergogna che i sei ragazzi africani uccisi a settembre non abbiano potuto avere un funerale». Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta, nel giorno in cui si è celebrata la XIV marcia della pace, che quest´anno aveva come tema il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti …
… è ritornato sulla vicenda dei ragazzi ghanesi ammazzati dalla camorra il 18 settembre scorso, nei pressi della sartoria “Ob Ob fashion”, al chilometro 43 della Domiziana. Lo ha fatto nel duomo di Caserta, mentre era in corso la testimonianza sul diritto d´asilo del rappresentante della comunità senegalese, Mamadou Sy.
Nogaro è salito sul pulpito e ha preso la parola, sorprendendo anche tutti i presenti che erano in chiesa, almeno un migliaio di persone, accorse all´appello del comitato “Caserta Città di pace”. «C´ero anch´io l´altro giorno a Castel Volturno – ha sottolineato il vescovo di Caserta – e i diritti e la dignità di questi ragazzi e dei loro familiari sono stati buttati letteralmente nel fango. Io ho domandato alle autorità presenti il perché del mancato arrivo delle salme. Ma nessuno mi ha dato una risposta convincente. È una vergogna – continua a dire il vescovo – perché ogni uomo va rispettato e deve avere il diritto ad un degno funerale».
Un lungo applauso ha sottolineato l´apprezzamento per le parole del presule, che proprio il 31 dicembre si congederà dalla sua diocesi per raggiunti limiti di età. Ma resterà a Caserta, vicino alla sua gente, che ieri sera si è stretta attorno al suo pastore. Il duomo di Caserta era gremito. I più vistosi e i più numerosi erano gli scout, insieme alle associazioni cattoliche, ai ragazzi immigrati, alle associazioni di volontariato, alle suore della comunità Rut, ai padri sacramentini, a molti consiglieri comunali, agli ambientalisti che con lui hanno condiviso la lotta per la discarica di “Lo Uttaro”, con gli immancabili amici di Sessa Aurunca (la sua diocesi prima di arrivare a Caserta).
In tantissimi ieri sera hanno voluto salutare il vescovo che da 18 anni è a Caserta. Qui Nogaro è stato il vescovo della “contraddizioni” e delle “provocazioni”. Lo hanno amato in tanti, come spesso lo hanno malvisto in tanti. Ma è stato soprattutto il vescovo che ha edificato le coscienze. Il vescovo che in cima alle sue cose ha messo sempre prima la libertà e poi la fede, «perché – dice Nogaro – senza libertà non ci può essere fede». E ieri il suo popolo lo ha salutato come meglio non poteva: sfilando per le vie della città addobbata con le luminarie natalizie, con un lungo serpentone variopinto e festoso. E alla fine, sul sagrato del Duomo, don Nicola Lombardi, presidente del comitato di Caserta Città di Pace, lo ha ringraziato pubblicamente, suscitando in tutti anche l´emozione dei momenti di commiato. C´era anche il comboniano padre Alex Zanotelli, che non ha voluto mancare a questo importante appuntamento casertano. Ma è stata la comunità senegalese a fare anche un gesto pubblico: ha regalato a Nogaro una grande mano scolpita nel legno. E Nogaro ha ringraziato: «Che in questa mano possa esserci posto per tutto l´amore che portiamo per l´Africa».
L’Espresso (Raffaele Sardo)