Tributo a Miriam Makeba e alle vittime della camorra

di Redazione

Miriam MakebaCASTEL VOLTURNO. Un tributo a Miriam Makeba, “Mama Africa”, quello che si terrà a Castel Volturno lunedì 9 novembre.

Al teatro Bristol di Pinetamare, in via degli Oleandri (Villaggio Coppola), alle ore 10 rassegna “I Teatri della Legalità” con “La Ferita – La giusta parte”. Alle 11 presentazione dell’Agenda della Pace 2009-2010. Alle 12.30, in via Vasari, a Baia Verde, inaugurazione del monumento realizzato con fondi regionali e dedicato a Miriam Makeba, ai sei ghanesi vittime della strage degli immigrati perpetrata dal clan dei casalesi e a Domenico Noviello, l’imprenditore ucciso dalla camorra.

Interverranno l’assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro Corrado Gabriele, la portavoce della sezione italiana dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifiugiati, Laura Boldrini, la fondatrice dell’associazione “Madri de Plaza de Mayo” di Buenos Aires (Argentina) Hebe De Bonafini, il sindaco di Castel Volturno Francesco Nuzzo, l’assessore comunale alle politiche giovanili Rosalba Scafuro.

“Doneremo ai cittadini e agli studenti della provincia di Caserta, simbolicamente a tutti, un monumento in ricordo di Miriam Makeba, la voce dell’apartheid, una figura culturale che ha saputo declinare durante tutto l’arco della sua carriera un impegno costante per difesa dei diritti dei popoli oppressi”, afferma l’assessore Gabriele, che aggiunge: “Miriam, accettando di tenere il concerto che concludeva gli Stati Generali della scuola del Mezzogiorno, era stata informata dell’eccidio dei sei ghanesi a Castelvolturno e dell’impegno dello scrittore Roberto Saviano e ha voluto contribuire con la sua presenza al rafforzamento della lotta ai clan. Il suo ultimo concerto era dedicato proprio a Saviano”.

Miriam Makeba, anche nota come “Mama Afrika”, nacque a Johannesburg, in Sudafrica, il 4 marzo 1932. Iniziò a cantare negli anni ‘50 prima con i Manhattan Brothers, poi fondò la propria band, The Skylarks, unendo jazz e musica tradizionale sudafricana. Nel 1959 cantò nel musical jazz sudafricano King Kong insieme a Hugh Masekela, che poco dopo divenne il suo primo marito.

Pur essendo già una cantante di successo, alla fine degli anni ’50 la Makeba ricavava ancora pochissimi introiti dalle sue registrazioni, e non riceveva royalties; per questi motivi iniziò a ipotizzare di lasciare il Sudafrica per gli Stati Uniti. Nel 1960 partecipò al documentario anti-apartheid Come Back, Africa e fu invitata al Festival del cinema di Venezia; una volta in Europa stabilì di non rimpatriare. Si trasferì a Londra, dove conobbe Harry Belafonte, che la aiutò a trasferirsi negli Stati Uniti e farsi conoscere come artista. In America incise molti dei suoi brani di successo, come Pata Pata, The Click Song (“Qongqothwane” in lingua xhosa) e Malaika.

Nel 1966 Miriam ricevette il Grammy per la migliore incisione folk per l’album An Evening with Belafonte/Makeba, inciso insieme a Belafonte. L’album trattava esplicitamente temi politici relativi alla situazione dei neri sudafrica sotto il regime dell’apartheid. Nel 1963 portò la propria testimonianza al comitato contro l’apartheid delle Nazioni Unite. Il governo sudafricano rispose bandendo i dischi di Miriam Makeba e condannandola all’esilio.

Nel 1968 sposò l’attivista per i diritti civili Stokely Carmichael; l’evento generò controversie negli Stati Uniti, e i suoi contratti discografici furono annullati. La Makeba e Carmichael si trasferirono in Guinea, dove divennero amici del presidente Ahmed Sékou Touré e di sua moglie.

Si separò da Carmichael nel 1973, e continuò a cantare soprattutto in Africa, Sudamerica ed Europa. Svolse anche il ruolo di delegata della Guinea presso le Nazioni Unite, vincendo il Premio Dag Hammarskjöld per la Pace nel 1986. Dopo la morte della sua unica figlia Bongi (1985), si trasferì a Bruxelles. Nel 1987 collaborò al tour dell’album Graceland di Paul Simon. Poco tempo dopo pubblicò la propria autobiografia, Makeba: My Story.

Nel 1990 Nelson Mandela convinse la Makeba a rientrare in Sudafrica. Nel 1992 recitò nel film Sarafina! Il profumo della libertà, ispirato alle sommosse di Soweto del 1976, nel ruolo della madre della protagonista. Nel 2002 prese parte anche al documentario Amandla!: A Revolution in Four-Part Harmony, ancora sull’apartheid. Nel 2001 ricevette la Medaglia Otto Hahn per la Pace. L’anno successivo vinse il Polar Music Prize insieme a Sofia Gubaidulina e nel 2004 si classificò al 38° posto nella classifica dei “grandi sudafricani” stilata da SABC3. Nel 2005 si dedicò a un tour mondiale di addio alle scene, cantando in tutti i paesi che aveva visitato nella sua carriera.

Miriam Makeba è morta improvvisamente nella notte fra il 9 e il 10 novembre 2008 per un attacco cardiaco. Si trovava a Castel Volturno dove, qualche ora prima, si era esibita in un concerto contro la camorra.

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