Brucellosi bufalina, Tar ordina nuovi prelievi ematici

di Redazione

Raffaele AmbroscaCANCELLO ARNONE. Un nuovo importante capitolo s’è aperto nell’annosa e tormentata vicenda delle misure volte a fronteggiare il fenomeno della brucellosi.

Un punto ormai fermo che giunge a collocarsi fra i cruciali e positivi approdi delle tenaci lotte portate avanti dalla Lega allevatori bufalini (Lab) di cui è presidente Raffaele Ambrosca. A siglare la pagina fondamentale di questo nuovo capitolo la 5^ Sezione del Tar-Campania, con l’Ordinanza pronunciata il 15 luglio u.s. sul ricorso presentato da un allevatore contro l’Asl di Caserta, per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, del provvedimento n.2001/sa del 17 giugno 2010 che, sulla base del “rapporto di prova” n.89595, disponeva la destinazione al macello degli animali affetti da brucellosi-leucosi.

Ebbene, il Tar, ritenuto necessario dar luogo ad ulteriori accertamenti, ha accolto “la domanda di sospensione con onere per l’Amministrazione di disporre l’effettuazione di nuovi prelievi ematici – con metodi diretti Pcr esame batteriologico – presso l’Izs di Teramo, previo pagamento dei relativi importi da parte del ricorrente”. “Sento di poter esprimere tutta la mia soddisfazione –ha detto il presidente Ambrosca– La Lab, in questi ultimi anni, si è battuta senza sosta ed in varie autorevoli Sedi per invocare, fra l’altro, i due nuclei sostanziali che ora trovano finalmente palese riscontro nell’Ordinanza del Tar-Campania: l’accredito, in via esclusiva, dell’Istituto di Teramo e, soprattutto, l’introduzione per la prima volta del metodo Pcr-esame batteriologico.

Si tratta di due innovazioni straordinarie che confortano quanti hanno creduto nella nostra determinazione da lungo tempo maturata e difesa ad oltranza”. Infatti, la strage di migliaia e migliaia di capi bufalini -concretizzatasi in provincia di Caserta sulla scorta di provvedimenti assunti in base ad esiti di laboratorio rivelatisi non sempre attendibili- è stata costantemente stigmatizzata dalla Lab, ma d’ora in poi i nuovi cardini affermati dall’Organo di giustizia amministrativa dovrebbero esplicare effetti incoraggianti, ancorché onerosi, a chiaro vantaggio del grande patrimonio zootecnico di Terra di Lavoro, e non solo, che ha subìto umiliazioni e danni di ingente portata, anche per le contraddizioni che la complessa macchina istituzionale e burocratica non raramente ha manifestato.

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