Santa Maria Capua Vetere (Caserta) – di Carla Caputo – “Il fascino dei classici è intramontabile”. Sono queste le parole di Arianna Sacerdoti, professoressa di Letteratura Latina presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (DiLBeC) dell’Università degli Studi della Campania “Vanvitelli”, oltre che poetessa e traduttrice, in merito alla sua ultima pubblicazione “Tremefacta quies”, volume pubblicato per la sezione “Testi” da FedOA- Federico II University Press.
Il “cuore” della ricerca è quello di vedere chiaramente l’oscurità rappresentata dalla notte, attraverso tre “arterie” principali, ovvero i cosiddetti “spazi di transito”: il sonno, l’insonnia e il sogno. Queste tre dimensioni, che “agitano” la quies della notte e che spesso si presentano come preludio di guerre, emozioni e pensieri, vengono analizzate nell’opera di due autori latini: la Tebaide di Stazio e i Punica di Silio Italico. Uno degli aspetti che risulta essere molto interessante è la lettura e la traslazione cronologica di un tema così moderno, e che avrà avuto molta fortuna nella letteratura del Novecento, in età flavia. La presentazione del volume, organizzata dal DiLBeC, si terrà attraverso la piattaforma online “Teams” (codice: bf1910t), giovedì 12 novembre, a partire dalle ore 10.
Ad “aprire le danze” della giornata i saluti della professoressa Maria Luisa Chirico, direttrice del DiLBec, a seguire la professoressa Sacerdoti terrà una lezione introduttiva su Stazio e Silio. Alle ore 15 si entrerà nel vivo della presentazione del libro: a moderare il docente di Lingua e Letteratura Latina (DiLBeC), professor Claudio Buongiovanni; ad intervenire la stessa autrice, il professor Giancarlo Abbamonte (Università degli Studi di Napoli Federico II) e il professor Enrico Ariemma (Università degli Studi di Salerno). “Questa ricerca – commenta la professoressa Sacerdoti – è il prosieguo di un percorso iniziato nel 2012, quando nell’ambito di un convegno internazionale mi sono occupata di insonnia e sonno in Stazio e Silio Italico. Più in generale, mi ha colpito, a fronte del fiorire di studi su questi autori, l’assenza di un’analisi su questi temi. La ricerca è dunque originale e colma un tassello nella critica. Ci troviamo di fronte – conclude l’autrice – a testi che hanno influenzato le letterature successive e che ancora oggi fanno riflettere, commuovono”.