Biodigestore a Gricignano, perchè Comitato Direttivo Asi Caserta ha dato parere favorevole?

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – Sulla questione Biodigestore, al di là delle considerazioni fatte in un articolo pubblicato stamani su Pupia, relativo al post del Consorzio Asi Caserta e alle incongruenze fatte notare da Giacomo Di Ronza e Alessandro Tartaglione (leggi qui), sorge spontanea una domanda: con quali motivazioni il Comitato Direttivo dell’Asi Caserta ha dato parere favorevole al piano industriale presentato dalla “Ambyenta Campania”, con conseguente riconoscimento in favore della ditta della prelazione all’insediamento sul lotto di terreno individuato sul territorio di Gricignano? – continua sotto – 

Ok, lo stesso consorzio, nelle sue osservazioni inviate alla Regione la scorsa settimana (il 23 novembre), ha chiarito che la riconosciuta prelazione “non comporta, neppure in via provvisoria, l’assegnazione del lotto in questione”, dal momento che per ottenerla occorre “il titolo di proprietà” da parte della ditta. L’iter non è concluso e, quindi, l’Asi non ha assegnato (al momento) il suolo. Perfetto! Ma, “per le chiappe di Zeus” – come imprecava il personaggio di uno specialista in “armi chimiche” in un memorabile film d’azione – perché il Comitato Direttivo del Consorzio ha dato il suo parere favorevole? Domanda, ritengo, legittima e per la quale occorrono risposte concrete da parte dei diretti interessati che compongono il comitato. E questo a fronte di alcune considerazioni che seguono. – continua sotto – 

1) La zona industriale Asi “Aversa Nord” “vanta” (sic!) una folta presenza di impianti che trattano rifiuti, quindi ha più che “già dato” in tal senso. 2) Sulle eventuali conseguenze negative che potrebbero produrre tali impianti la storia recente del nostro territorio narra di un famigerato precedente che ha il nome di “EcoTransider”, azienda che si è riusciti a far chiudere solo dopo anni di lotta, da parte delle amministrazioni pubbliche, con ricorsi e controricorsi a Tar e Consiglio di Stato, e dei cittadini, con cortei e presìdi permanenti. Senza dimenticare che quell’azienda non fu chiusa per “puzza”, ossia per il fenomeno che aveva fatto scattare le proteste, ma per mancato versamento di alcuni oneri! Una sorte quasi simile a quella di Al Capone, finito in carcere non per mafia ma per evasione fiscale! Ciò a testimoniare che, una volta insediati, sarebbe difficilissimo sbarazzarsi di questi impianti nel caso dovessero produrre effetti negativi sull’ambiente e sulla salute pubblica. E non parlo semplicemente di effetti pericolosi ma anche soltanto “fastidiosi”: perché la puzza, anche se non ti manda in ospedale, rovina la qualità della vita delle persone e l’economia di un intero territorio. Chi vorrebbe venire (o continuare) ad abitare in un territorio dove c’è la puzza? Qualcuno dirà…ma stai facendo il processo all’intenzione alla “Ambyenta”? Assolutamente no. E’ semplice cautela non solo rispetto a quelli che sono i precedenti ma anche ai problemi di miasmi nauseabondi, puzza, fetore che ancora oggi affliggono il nostro territorio, a dimostrazione che, pur con la EcoT chiusa da anni, ci sono a volte altre “fonti” non meglio identificate (chi parla di impianti pubblici, chi di privati, ma finora solo chiacchiere e passerelle politiche…) che provocano questi fenomeni. E non dimentichiamo che, parallelamente, prosegue il fenomeno dei roghi tossici e degli sversamenti abusivi. – continua sotto – 

3) Tra l’altro, non è solo questione di cautela ma anche di utilità! Come si fa a dare parere favorevole ad un impianto che tratta rifiuti senza prima confrontarsi con le autorità preposte? A partire dalla Gisec Spa, la società provinciale che si occupa del ciclo integrato dei rifiuti, che ha in programma, come mi hanno confermato fonti autorevoli, la realizzazione di un impianto misto tra compostaggio dell’umido e biometano nella zona di Santa Maria la Fossa. Un impianto pubblico capace di soddisfare il fabbisogno dell’intera provincia di Caserta. Quindi, se è in programma la realizzazione di un impianto pubblico, a cosa ne serve uno privato, di dimensioni più che consistenti, considerato il tonnellaggio dei rifiuti che andrà a trattare, a Gricignano? Magari quelli del direttivo Asi non ne sono a conoscenza, anche se dovrebbero saperlo visto che alcuni di loro, se non sbaglio, sono anche amministratori pubblici. E comunque, come dicevo, se ci fosse stato un confronto con Gisec e altri soggetti che operano nel ramo questa cosa sarebbe emersa. – continua sotto – 

4) E’ normale che i componenti del Comitato Direttivo dell’Asi Caserta, pur non avendo dubbi che siano persone rispettabili e coscienziose, diano parere favorevole ad un impianto del genere (e non a un deposito di panettoni) su un territorio dove non abitano e del quale, forse, non hanno il polso dell’esasperazione sociale in atto? Parliamo, infatti, di persone residenti a Caserta, Mondragone, Santa Maria Capua Vetere e Villa Literno. L’unica cosa che le accumuna sembrerebbe quella di appartenere, almeno in gran parte, al Pd. A questo punto, a molti gricignanesi e residenti dei comuni limitrofi verrebbe ironicamente da “proporre”: perché il biodigestore non lo mettete in Piazza Vanvitelli a Caserta, o sul lungomare di Mondragone, o magari in mezzo all’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, se non in qualche vasta campagna di Villa Literno?!? – continua sotto – 

Concludo sottolineando che non si tratta di “un atto d’accusa” nei confronti dei componenti del Comitato Direttivo, e anche dell’Area Tecnica dell’Asi, ma di una richiesta di chiarimento…non ad un giornalista ma ad intere popolazioni verso le quali vi siete presi, per primi (sì, perché il primo ok di tutto l’iter che verrà l’avete dato voi) questa pesante responsabilità.

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