PESCARA. Si sono estese anche in Campania le ricerche del pregiudicato Michelangelo DAgostino, 53 anni, che domenica pomeriggio ha ucciso a colpi di pistola il 64enne Mario Pagliari, ex pescatore e titolare dello stabilimento balneare Apollo di Pescara.
DAgostino, originario di Cesa, una cittadina della provincia di Caserta, potrebbe aver lasciato Pescara e lAbruzzo per rifugiarsi nella sua terra natale.
Secondo le testimonianze raccolte, sembra che DAgostino, addetto alle pulizie del parco, dove viveva allinterno di una casupola, litigasse spesso con Pagliaro e altri anziani frequentatori del parco. A questi non era gradita la sua presenza, forse a causa del suo atteggiamento poco rassicurante, dei suoi innumerevoli precedenti penali e del suo sbandierare lappartenenza alla camorra, o meglio alla Nuova Camorra Organizzata fondata da Raffaele Cutolo che negli anni 80 si contrapponeva al clan casertano dei Casalesi.
Sabato pomeriggio, il giorno prima dellomicidio, DAgostino aveva già avuto una discussione con Pagliaro, sembra lavesse minacciato di morte. Il giorno dopo, poi, si è ripresentato armato e lennesima lite è culminata con due colpi di pistola esplosi dal pregiudicato allindirizzo dellimprenditore balneare. Il primo proiettile ha raggiunto il 64enne al ventre, con questultimo che avrebbe detto: Che hai fatto? Mi hai sparato? Sei pazzo. Il secondo colpo, mortale, alla testa. Io non ho paura di nessuno, avrebbe rilanciato DAgostino prima di ammazzare Pagliaro, sotto gli occhi dei figli e di altre persone presenti, per poi fuggire a piedi con la pistola.
Intanto, mentre le autorità hanno disposto per domani lautopsia sul corpo di Pagliaro (che oggi sarebbe diventato nonno, la moglie del figlio Alessandro ha partorito un maschietto a cui è stato dato il nome Mario), infuria la polemica nella città abruzzese, sia da parte dei cittadini che negli ambienti politici. Ma come fa uno che è stato mezza vita in carcere a lavorare nel parco dei bambini? È incredibile, si domandano alcuni residenti del Borgo Marino Nord. E, in effetti, è incredibile che una persona che ha passato mezza vita in carcere, che alle spalle ha condanne per associazione camorristica, che è stato accusato di numerosi omicidi (non a casa è soprannominato il killer dei cento giorni per aver ucciso 15 persone nel giro di tre mesi), che doveva finire di scontare una pena di 30 anni di reclusione, che già durante i permessi di libertà era ritornato a delinquere (nel 97, a Torino, mise a segno due rapine e cominciò a sparare contro i carabinieri prendendo in ostaggio tre persone, tra cui una donna con il figlio nel carrozzino, arrendendosi solo dopo essere stato ferito), che era già noto anche nella stessa Pescara (lanno scorso aveva rapinato una tabaccheria), che non si era rivelato affidabile nemmeno da collaboratore di giustizia (accusò il conduttore televisivo Enzo Tortora di essere organico alla Nco di Cutolo, per poi ritrattare affermando che lo faceva per avere permessi di libertà), lavorasse come addetto alle pulizie in un parco pubblico.
DAgostino, che non era il custode del Parco Villa de Riseis dove è avvenuto il delitto (come inizialmente si era detto), circa un paio danni fa uscì dal carcere e fu assegnato ad una cooperativa, La Cometa, che si dedica al reinserimento sociale di persone in difficoltà, come ex tossicodipendenti ed ex detenuti. Poi, dopo la rapina alla tabaccheria ritornò in carcere. Fino al 20 gennaio scorso aveva scontato diverse pene a Castelfranco Emilia (Modena). Dal 21 gennaio aveva ottenuto di scontare il resto della pena, fino al 21 gennaio 2009, in una casa-lavoro a Castelfranco. Poi l’11 marzo scorso aveva ottenuto una licenza lavorativa per un contratto a tempo determinato a Pescara. Non è ancora chiaro se tale contratto era tra il D’Agostino e “La Cometa” oppure con un’associazione ricreativa che opera sempre allinterno del parco Villa de Riseis. Si pensa che il pregiudicato avesse paura di ritornare in carcere se qualcuno lavesse segnalato alle autorità come persona, per così dire, poco idonea alla società. Forse proprio l’ostilità nei suoi confronti manifestata dai frequentatori del parco lo avrebbe indotto al sanguinoso gesto.
La solidarietà girata attorno al DAgostino è oggetto di forte contestazione da parte dellopposizione consiliare, che stamani ha scritto una lettera al sindaco di Pescara, Luciano DAlfonso, chiedendo la rescissione immediata dellaffidamento della gestione del Parco di Villa De Riseis alla cooperativa La Cometa, già coinvolta nellaffaire verde pubblico. Per i consiglieri di minoranza Lorenzo Sospiri, Marcello Antonelli, Luigi Albore Mascia, Roberto Renzetti e Guido Cerolini Forlini non è tollerabile ed accettabile che un operatore a cui viene assegnata la custodia di un parco pubblico molto frequentato da mamme, anziani e bambini giri indisturbato armato. Sono peraltro intollerabili ed inaccettabili incalzano i consiglieri del centrodestra – le dichiarazioni del responsabile della Cooperativa La Cometa che ricorre ad alibi inesistenti e dichiara siamo una cooperativa per persone disagiate e non stiamo certo a chiedere a che si rivolge a noi che tipo di problemi ha avuto. Se girava con la pistola non lo so. Gli esponenti del Pdl, pur riconoscendo limportanza del recupero sociale di chi è incorso in condanne, pretendono da chi ha responsabilità di controllo sulla compatibilità dei rapporti di lavoro con le situazioni ambientali, un atteggiamento di doverosa intransigenza. La città – concludono i consiglieri – attende una risposta ferma ed immediata, seppure non risarcitoria.