CESA. Pino Sarpo non è il proprietario di Forza Italia. Il giorno in cui avessi questa presunzione dovrei andarmene a casa.
Così replica del consigliere comunale Pino Sarpo, capogruppo in assise del Pdl, alle accuse lanciate dallUdc nei giorni scorsi. Attraverso un manifesto, il partito di Casini aveva infatti denunciato pratiche diffuse di nepotismo nella gestione dei servizi civili provinciali, accusando non solo lamministrazione attuale e quella precedente, ma anche lopposizione consiliare. E la seconda volta che lUdc fa un manifesto per sparare sia a destra che a sinistra senza cognizione di causa. – spiega ora Sarpo – Un partito politico quando fa un manifesto deve avere il coraggio di citare con precisione di chi sono le responsabilità. I due progetti in questione – continua il capogruppo del Pdl citando proprio il manifesto dellUdc – sono stati gestiti tutti e due dalla provincia, per cui se cè un responsabile questo è il nostro beneamato consigliere provinciale (Giuseppe Fiorillo, ndr).
Il coordinatore di Forza Italia, dunque, rigetta tutte le accuse mosse a suo carico e allopposizione da lui guidata: Gli amici di Casini, in mezzo ai cip e ciop o alle chiacchiere e parapacchie, questi i titoli dei manifesti dellUdc, hanno fatto confusione in quanto se si vuole fare un attacco politico corretto su questo argomento lo si rivolge al suddetto consigliere provinciale e al suo partito colpevole di averlo lasciato fare. Di certo – continua Sarpo – non si può sparare nel mucchio e su unopposizione consiliare che da sempre ha rispettato il proprio ruolo con il massimo impegno e serietà.
Il consigliere comunale commenta anche i nuovi progetti di servizio civile che il comune ha presentato questanno grazie all accreditamento ottenuto presso la regione: I prossimi progetti saranno gestiti direttamente dallamministrazione comunale e noi come minoranza ci auguriamo che tutto venga fatto nella massima correttezza e trasparenza.
Lultimo pensiero è di nuovo rivolto allUdc: Se questo è il vostro modo di concepire la politica molto più vicina alle barzellette che allimpegno costruttivo per il paese – dice Sarpo – allora davvero non ci resta che piangere.