19enne travolto da auto e ucciso: il selfie in caserma prima dell’interrogatorio

di Redazione

Avrebbe cercato di scaricare su un amico le colpe di un incidente stradale che ha provocato la morte di un ragazzo di 19 anni e il ferimento grave di una ragazza, all’epoca ancora minorenne, ma dopo quasi un anno di indagini i carabinieri lo hanno arrestato con l’accusa di omicidio stradale pluriaggravato, lesioni stradali pluriaggravate e calunnia. Sarebbe stato un 26enne di Piedimonte Etneo (Catania), A.C., una sera di giugno del 2020 a Giardini Naxos, nel Messinese, a guidare l’auto che dopo una manovra improvvisa si scontrò con uno scooter su cui viaggiavano il 19enne che poi perse la vita e la sua fidanzata. – continua sotto –

In un primo momento era stato un 23enne ad autoaccusarsi delle responsabilità dell’incidente, affermando di essere il guidatore dell’auto, ma nel dicembre 2020 il giovane cambiò la sua versione smentendo quanto affermato nelle ore successive all’impatto e rivelando che non era stato lui a provocare l’impatto quel giorno in una strada centralissima di Giardini Naxos, via Vittorio Emanuele. Da qui le nuove indagini dei carabinieri della Compagnia di Taormina, secondo cui alla guida dell’auto c’era il 26enne. – continua sotto –

La decisione di indicare l’amico, che era in auto con lui e altre tre persone, sarebbe stata concertata dai cinque perché il 23enne era ritenuto l’unico sobrio del gruppo quella sera. Sarebbe stato proprio il 26enne a convincere gli altri passeggeri a dichiarare il falso rispetto all’incidente, “facendo anche leva – dicono i carabinieri – sul timore suscitato in loro dal suo curriculum criminale”. Il 26enne, nonostante le contestazioni, ha continuato comunque a negare le proprie responsabilità “esercitando continue pressioni nei confronti degli altri tre passeggeri rimasti a lui fedeli – è la ricostruzione degli investigatori – e minacciando di ripercussioni violente uno di loro”. – continua sotto –

Il 26enne avrebbe anche paventato una spedizione punitiva contro uno dei tre passeggeri perché aveva cambiato leggermente la prima dichiarazione fornita ai militari, dando una versione “più neutra”. I carabinieri, inoltre, rivelano un altro particolare sulla dinamica dell’incidente: “Il conducente dell’auto avrebbe addirittura visto sopraggiungere lo scooter dallo specchietto retrovisore e nonostante ciò avrebbe eseguito la manovra per svoltare a sinistra”. L’indagato, che si trova in carcere su ordine del gip di Messina e rischia una condanna a 18 anni, aveva anche presentato richiesta di risarcimento danni per le ferite subite durante l’incidente in quanto passeggero. Gli altri tre passeggeri sono indagati a piede libero per calunnia e favoreggiamento personale. – continua sotto –

Il selfie in caserma – Un selfie in caserma poco prima dell’interrogatorio dei carabinieri e dopo aver provocato l’incidente. Il particolare emerge dalle indagini che hanno portato all’arresto del 26enne. Le telecamere nascoste dei carabinieri hanno immortalato quattro dei cinque presenti all’interno dell’auto mentre si concedono un selfie in attesa di essere interrogati dai militari. IN ALTO IL VIDEO

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