Beni per un valore di oltre 200 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Catanzaro, coordinati dalla locale Procura Antimafia, a carico dell’imprenditore catanzarese Antonio Lobello e dei figli Giuseppe e Daniele, che lo scorso mese di marzo erano stati destinatari di misure restrittive nell’operazione “Coccodrillo”. – continua sotto –
Sono accusati, a vario titolo, di interposizione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio. Tra i reati contestati a Giuseppe Lobello anche quelli di estorsione e di concorso esterno in associazione mafiosa per presunti legami con la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto (Crotone). Con lo stesso provvedimento cautelare era stato disposto il sequestro di alcuni beni di fatto riconducibili ai tre imprenditori, anche se intestati a loro prestanome. – continua sotto –
Dagli accertamenti emergeva, peraltro, che gli imprenditori, al fine di tutelare il loro patrimonio da possibili provvedimenti ablativi da parte dell’autorità giudiziaria, avevano intestato fittiziamente alcune delle loro aziende a terzi soggetti prestanome, anche in considerazione dell’emissione, da parte della Prefettura di Catanzaro, delle interdittive antimafia che avevano colpito quattro società riconducibili ai Lobello. IN ALTO IL VIDEO