Clan Mazzarra, sequestrati 1,5 milioni di euro

di Redazione

 CESA. Un’ordinanza di sequestro emessa dal Gip di Napoli è stata eseguita dai carabinieri oggi, colpendo il patrimonio dell’ex contabile di una ditta di materiale elettrico.

fA quest’ultimo, già agli arresti dallo scorso giugno, (aveva rubato soldi e tentato di estorcerne al direttore dell’azienda) sono stati sequestrati beni del valore complessivo di 1,5 milioni di euro. Si tratta di un nuovo sequestro, nell’ambito di una indagine sul clan Mazzara di Cesa: il capo, Nicola Mazzara, è stato arrestato nei mesi scorsi.

L’indagine aveva avuto inizio dopo la denuncia di un ex dipendente della ditta, che aveva rilevato un ammanco di 2.500.000 euro: circostanza attribuibile, appunto, al contabile. Quest’ultimo, di fronte all’accusa, aveva minacciato l’ex direttore dell’ufficio crediti che lo avrebbe coinvolto nella faccenda, se non gli avesse consegnato 400mila euro.

Per evitare il pagamento, la vittima della estorsione si era rivolta al boss Nicola Mazzara, tramite un amico del capo clan, Federico Oliva, finendo col subire anche le pretese della camorra. I due infatti, invece di aiutarlo, lo avevano costretto a pagare 700mila euro in denaro ed assegni.

I carabinieri del nucleo investigativo di Napoli, coadiuvati nella fase esecutiva da militari di Milano, hanno dato esecuzione oggi ad un decreto di sequestro emesso dal gip di Napoli a carico del contabile. All’uomo sono stati sequestrati un conto corrente bancario ed un deposito amministrato in un istituto di credito, tre polizze assicurative ed un’auto di lusso.

Nel corso delle indagini, il 18 giugno 2009, erano stati sottoposti a fermo Nicola Mazzara, 54 anni, residente a Cesa e ritenuto capo dell’omonimo clan camorristico, e Federico Oliva, 37 anni, residente ad Aversa. I due rispondevano di estorsione aggravata dal metodo mafioso e di violazione alla legge sulle armi. In quell’occasione fu arrestato anche al contabile, accusato di appropriazione indebita e, come gli altri, di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Nei mesi scorsi, l’ex dipendente aveva già subito un primo sequestro di beni per 5 milioni di euro; il 23 giugno gli erano stati sequestrati inoltre una casa e un appezzamento di terreno per il valore di 1 milione di euro; il 21 luglio a Nicola Mazzara erano stati sequestrati beni per 3 milioni di euro.

IL 5 MARZO LA CONFISCA DI BENI. Lo scorso 5 marzo, gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli avevano eseguito la confisca di beni, per un valore di 12 milioni di euro, ad Amedeo Mazzara, 62 anni, di Cesa, considerato luogotenente del defunto boss Bardellino e successivamente esattore per la fazione “Quadrano-Caterino-De Falco” del clan dei Casalesi. I beni erano stati sequestrati il 22 novembre 2007, ed oggi arriva la confisca. Mazzara era già noto alle forze dell’ordine dai primi anni settanta per svariati reati perpetrati contro la persona ed il patrimonio: nel 1972 fu arrestato per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed altro; in seguito fu più volte sottoposto alla misure di prevenzione di cui alla normativa antimafia. Nell’agosto del 1980 venne attinto alle gambe da numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi da sconosciuti ad Aversa. Nel 1981 arrestato nell’ambito delle indagini relative al sequestro di persona in pregiudizio dell’amministratore delegato della “Latte Matese”.

Tra il 1983 ed il 1984 colpito da un ordine di cattura emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di 45 pregiudicati appartenenti alle rivali organizzazioni “Nuova Famiglia” e “Nuova Camorra Organizzata” tra cui Carmine Schiavone, Nicola Caterino e Luigi Marino, e denunciato quale componente di un’associazione per delinquere di stampo camorristico operante nel casertano facente capo a Mario Iovine e Antonio Bardellino. Nell’occasione si rese irreperibile. Rinviato a giudizio per associazione per delinquere di stampo mafioso, Mazzara, in primo grado, nel 1986, fu condannato alla pena di sette anni di reclusione. Già latitante perché colpito da tre diversi ordini di cattura per i reati di associazione per delinquere di stampo camorristico e associazione per delinquere, era stato arrestato il 26 settembre 1985 mentre si trovava in compagnia di un altro latitante, Cesario Fiorillo. A seguito di denuncia dei carabinieri, nel 1993, Mazzara veniva arrestato perché ritenuto responsabile della violazione di “Trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori”.

Nella stessa circostanza veniva sequestrata una autovettura blindata trovata in suo possesso. In quella circostanza i carabinieri denunciarono insieme a lui anche Francesco Bidognetti, Antonio Abbate, Mario Di Paolo, Antonio Iovine, Dario De Simone, Alfredo Zara, Raffaele Ligato e Domenico Feliciello. Resosi nuovamente latitante era stato arrestato nel 2004 in esecuzione di un’ordinanza di carcerazione emessa a suo carico dal Tribunale di Napoli per l’omicidio di Nicola Milone in concorso con il fratello Giovanni, Giuseppe Della Medaglia, Raffaele Oliva e con Giuseppe Puca e Antimo Petito. Attualmente è in libertà, scarcerato in data 8 novembre 2004.

Con il provvedimento odierno sono stati confiscati beni per 12 milioni complessivi di euro, tra cui: 1 unità immobiliare sita a Cesa in via Trieste 6; 1 terreno sito a Cesa in via Cavour 24 e un fabbricato lì edificato composto da quattro appartamenti su tre livelli; 1 terreno e l’edificio lì realizzato (villa bunker); 1 terreno sito nel comune di Cesa, località “Turiello”; 1 terreno a Sant’Arpino, località “Cancelletto”; 1 autovettura berlina blindata.

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