Aversa (Caserta) – Il Comune di Aversa perde l’ennesima causa contro un condominio che aveva impugnato alcune fatture relative al consumo idrico per poco più di 12mila euro. Somma che va ad aggiungersi a quelle relative a tre precedenti ordinanze dello stesso segno. Ed ecco che i conti dell’ente tornano a traballare. – continua sotto –
Questa volta a chiamare in causa l’ente davanti ai magistrati del tribunale di Napoli Nord è stato il Condominio Menale, rappresentato in giudizio dall’avvocato Fabio Roselli, così com’era stato nei precedenti giudizi che avevano visto il Comune di Aversa soccombente. I giudici del tribunale di Aversa hanno ritenuto «infondata l’eccezione di prescrizione sollevata dal Condominio ricorrente avendo l’Ente convenuto prodotto, con la costituzione in giudizio, una pluralità di missive di messa in mora interruttive dei relativi termini di prescrizione, corredate dai corrispondenti avvisi di ricevimento e, dunque, correttamente recapitate al Condominio ricorrente, da cui è dato inequivocabilmente evincersi la mancata maturazione della invocata prescrizione estintiva dei crediti in contestazione». – continua sotto –
E’ stata, però, accolta «la doglianza relativa alla contestazione dei consumi e al regolare funzionamento del contatore» sull’assunto che «in tema di contratti di somministrazione, la rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una mera presunzione semplice di veridicità, sicché, in caso di contestazione, grava sul somministrante l’onere di provare che il contatore era perfettamente funzionante, mentre il fruitore deve dimostrare che l’eccessività dei consumi è dovuta a fattori esterni al suo controllo e che non avrebbe potuto evitare con un’attenta custodia dell’impianto, ovvero di aver diligentemente vigilato affinché eventuali intrusioni di terzi non potessero alterare il normale funzionamento del misuratore o determinare incremento dei consumi». – continua sotto –
Il tutto suffragato da giurisprudenza della Cassazione. Al danno si aggiunge, per il Comune di Aversa, la beffa della condanna a 1800 euro, oltre accessori. Una tegola per le casse dell’ente che sta già combattendo contro il tempo, in verità insieme a diverse centinaia di comuni italiani, tra cui Napoli e Milano, per ottenere un provvedimento legislativo che ponga rimedio alla sentenza della Corte costituzionale dello scorso mese di aprile che ha dichiarato incostituzionale la possibilità di spalmare il disavanzo sui prossimi 25 anni. Se così non fosse, la dichiarazione di dissesto sarebbe inevitabile. Per il momento, è certo che il Comune di Aversa non riuscirà ad approvare il bilancio preventivo 2021 entro la prevista scadenza del 31 maggio (si prospetta una proroga). E’ probabile che il documento contabile passi in giunta nella prima decade di giugno per giungere in Consiglio ai primi di luglio.